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SMALTIMENTO RIFIUTI IN BASILICATA
Melfi - 7 Novembre 2015
Portavoce Mirella Liuzzi
SMALTIMENTO RIFIUTI: LA SITUAZIONE
RSUdifferenziata
0
12,5
25
37,5
50
2005 2013 media nazionale
Fonte: Patto per la Regione Basilicata 2015
La Basilicata è ancora lontana
dall’obiettivo, normativo del 65% di
Rsu raccolti in forma differenziata.
Infatti la percentuale era del 6,5% nel
2005 e del 25,8% nel 2013, ancora di
molto inferiore alla media nazionale
del 42,3%.
2
PERCENTUALI DI RACCOLTA DIFFERENZIATA DEI RIFIUTI URBANI PER REGIONE ANNI 2012 - 2013
3
Fonte: Rapporto ISPRA
SMALTIMENTO RIFIUTI: LA SITUAZIONE
kgsmaltitidiRSU/
abitante
0
60
120
180
240
2005 2013 media nazionale
Fonte: Patto per la Regione Basilicata 2015
Si smaltiscono in discarica ancora
nel 2013 205,3 kg di Rsu per
abitante, a fronte dei 181,3 della
media italiana, benché anche in
questo campo si siano fatti molti
progressi, partendo dai 236,9 kg del
2005. 

Manca ancora una capacità
impiantistica a valle per il riciclaggio
e la lavorazione dei rifiuti.
4
PRODUZIONE TOTALE DI RIFIUTI URBANI PER REGIONE, ANNI 2009 – 2013
Fonte: rapporto ISPRA 2014
DISCARICHE IN BASILICATA
➤ Le discariche in Basilicata sono sette (tra parentesi le quantità
di rifiuti smaltite nel 2014 per ogni invaso), tre ubicate in
provincia di Potenza presso i comuni di Atella (65),
Sant’Arcangelo (39.615) e Venosa (494); quattro in provincia
di Matera, ossia a: Matera (21.996), Pisticci (2.835), Pomarico
(13.078) e Tricarico (422). In queste sette invasi, per il 2014,
sono state smaltiti 78.504 tonnellate, di questi 26.056
tonnellate provengono da trattamento di rifiuti urbani.
➤ La percentuale di RU smaltita in discarica senza trattamento
preliminare per la Regione Basilicata, riferita all’anno 2014, è
pari a circa il 75%.
DISCARICHE ABUSIVE IN BASILICATA
➤ In data 2 dicembre 2014, la Corte di Giustizia Unione europea, in merito
alla causa C196/13, ha condannato l’Italia per 198 discariche non
bonificate, prevedendo come sanzione una multa forfettaria di 40 milioni
di euro ed una multa semestrale proporzionale alle discariche ancora non
bonificate. La Commissione europea, in merito alla multa semestrale, ha
risposto ad una interrogazione di diversi parlamentari europei, affermando:
“Il 13 luglio 2015 la Commissione ha inviato all'Italia una lettera con cui
sollecita il pagamento della penale dovuta per il primo semestre successivo
alla sentenza. La penale richiesta in tale lettera ammonta a 39.800.000 di
euro, importo che è stato calcolato sulla base delle informazioni trasmesse
dalle autorità italiane in merito ai progressi realizzati nella messa in
conformità delle discariche.”
➤ Due delle rimanenti 185 dicariche abusive, oggetto della condanna, sono
ubicate in Basilicata, precisamente a Matera località Altamura / Sgarrone e
l’altra a Terranova di Pollino località Balsamano.
PROCEDURA INFRAZIONE PER PIANO REGIONALE
➤ la Commissione europea, a ottobre 2015, ha avviato contro
l’Italia la procedura di infrazione avente come oggetto: piani
regionali di gestione dei rifiuti. Bruxelles, che ha inviato una
lettera di messa in mora, ha verificato l'attività di
aggiornamento, riscontrando inadempienze per tutte le
Regioni e Province autonome italiane ad eccezione di Lazio,
messosi in regola nel 2012, Marche, regolarizzatesi nel corso
di quest'anno, Puglia e Umbria, non ancora in ordine ma che
hanno tempo sino a fine anno per farlo.
➤ La Basilicata, quindi, è una delle regioni contro cui è stata
aperta la procedura di infrazione 2015_2165.
INCENERITORI
DI RU, CSS E
FS, ANNO
2013
Fonte: ISPRA
QUADRO DEGLI IMPIANTI DI INCENERIMENTO
DI RU, FS E CSS (TONNELLATE), ANNO 2013
10
QUADRO DEGLI IMPIANTI DI INCENERIMENTO
DI RU, FS E CSS (TONNELLATE), ANNO 2013
11
QUADRO DEGLI IMPIANTI DI INCENERIMENTO
DI RU, FS E CSS (TONNELLATE), ANNO 2013
12
INCENERITORE FENICE
BREVE STORIA INCENERITORE FENICE
➤ L’inceneritore, realizzato dalla società francese Edf Fenice SpA, ma
gestito con la srl Rendina Ambiente, è stato costruito nel 1999 ed è
andato a regime nel 2000. Gestisce ogni anno circa 30 mila tonnellate
di rifiuti solidi urbani e circa 20 mila di rifiuti industriali. I rifiuti
industriali hanno un loro “libero mercato” e Fenice brucia anche rifiuti
speciali di provenienza non lucana. Perfino i rifiuti sanitari (tossici e
radioattivi) sono stati bruciati in questo impianto fuorilegge con la
compiacenza dell'ente provincia di Potenza.
➤ L’11 ottobre del 2011, la Procura di Potenza ha arrestato l’ex direttore
dell’Arpab, Vincenzo Sigillito e alcuni dirigenti accusandoli (il
procedimento giudiziario è in atto) di disastro ambientale per aver
nascosto un costante e progressivo inquinamento del sottosuolo
intorno all’inceneritore avvenuto per circa 9 anni, dal 2002 al 2011.
Sotto Fenice, in sostanza, è stato trovato di tutto: idrocarburi, cromo,
metalli pesanti, berillio.
14
BREVE STORIA INCENERITORE FENICE
➤ Nell’ottobre 2011 la Regione istituì una Commissione d’inchiesta su
Fenice S.p.a di Melfi che aveva il compito di ricostruire la storia
amministrativa, dei controlli e della vigilanza delle autorizzazioni date
alla Società, evidenziando, in particolare le responsabilità, le criticità, i
ritardi e le inadeguatezze dei mezzi e delle strutture che non avevano,
già all’epoca, consentito il buon funzionamento del sistema. Le
risultanze della relazione della Commissione, discussa in Consiglio
regionale il 27 marzo 2013, portò all’approvazione di un deliberato che
impegnava la Giunta, tra l’altro, a “riferire al Consiglio trimestralmente
sull’attuazione del presente o.d.g.; semestralmente sull’ottemperanza delle
prescrizioni dell’emendata A.I.A.; annualmente sulle risultanze delle valutazioni
sanitarie e sullo stato di salute della popolazione e sulle eventuali misure di cura e
prevenzione messe in atto e sui loro benefici”. 

Nulla di tutto ciò è mai avvenuto.
15
L’impianto non sta lavorando in sicurezza. Di
seguito l’elenco degli incidenti denunciati
solo lo scorso anno:
1. 17 gennaio 2014 - Incendio sotto la
tramoggia di carico del forno a griglia;
2. 19 gennaio 2014 - Esplosione della guardia
idraulica del forno rotante, che ha causato la
rottura delle pareti di sostegno e del fondo
della struttura, nonché il cedimento del
rivestimento in cemento refrattario della
struttura sovrastante;
3. 6 giugno 2014 e 9 giugno 2014 - Scoppi
all'interno del forno rotante, nel quale
vengono bruciati i rifiuti industriali
pericolosi, seguiti da un incendio sulla
tramoggia di cambio.
INCIDENTIFonte: Odg Consigliere Gervasio (M5S) Lavello
INDAGINI SVOLTE DALL’UFFICIO AMBIENTE
DELLA PROVINCIA DI POTENZA 4/03/2015
➤ Dopo l’installazione della
barriera idraulica (22 piezometri)
per la bonifica, subito a monte
sono stati sempre rilevati
superamenti delle CSC di alcuni
parametri tetracloroetilene, 1-2
dicloropropano, ferro, nichel,
manganese, fluoruri, nitrati e
nitriti;
➤ A valle idrogeologica del sito
dell’impianto Fenice c’era una
potenziale diffusione della
contaminazione, dato che si
trattava di una contaminazione
storica risalente al 2001;
17
➤ Le indagini svolte in seguito con 3 nuovi piezometri all’esterno del sito
dell’impianto Fenice hanno confermato la potenziale contaminazione
dei parametri per manganese, cloroformio e 1-2 dicloropropano;
➤ è ancora in corso il procedimento di bonifica (ad oggi ancora non
concluso) relativo al lotto dell’ex Zuccherificio del Rendina all’interno
del quale sono stati riscontrati superamenti delle CSC di solfati,
fluoruri, manganese e tricloroetano;
➤ lo studio sulla cartografia geochimica (anno 2007) di tutto l’area
industriale di Melfi ha evidenziato la presenza nelle acque sotterranee
di valori anomali per piombo, fluoruri, manganese, ferro, solfati,
selenio, cromo VI ed antimonio;
➤ ad oggi non è possibile individuare il/i responsabile/i della
contaminazione, essendo il quadro conoscitivo incredibilmente
frammentato e carente di informazioni ed essendo assolutamente
assente il supporto tecnico scientifico dell’ARPAB.
18
Figura 1 Aziende Potenzialmente Interessate dalla potenziale contaminazione 

Figura 2 Valori Cromo

Figura 3 Valori Manganese
19
AIA - AUTORIZZAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE
La Regione Basilicata ha concesso l’AIA all’esercizio di
un’attività di trattamento dei rifiuti tramite incenerimento
(deliberazione n. 428 del 14.04.2014), nonostante l’area sia
oggetto delle problematiche ambientali sopra descritte ed allo
stato già interessata da una procedura di bonifica per
l’inquinamento derivante, molto probabilmente, dalla medesima
attività di incenerimento. È pertanto evidente come su un sito già
interessato da gravissime problematiche ambientali e
definitivamente qualificato come potenzialmente contaminato,
con rischio sufficientemente probabile che si verifichi, o si sia già
verificato, un danno sotto il profilo sanitario o ambientale,
possano e debbano essere svolte le sole attività di messa in
sicurezza.
20
RICORSO MOVIMENTO 5 STELLE LAVELLO
➤ Il sito sul quale si autorizza l’attività di
termovalorizzazione, oltre a presentare
le criticità sanitarie e ambientali, è
normativamente inquadrato come sito
potenzialmente contaminato e
pertanto soggetto alla disciplina del
TUA (Testo Unico Ambientale).
➤ Ai sensi del TUA l’autorità competente
rinnova ogni 5 anni l’autorizzazione
integrata ambientale che non prevede
un rinnovo periodico. A tale fine, sei
mesi prima della scadenza, il gestore
deve inviare all’autorità competente
una domanda di rinnovo. Quella
appena illustrata è l’unica modalità
prevista per consentire all’AIA una
estensione temporale superiore ai
cinque anni. Anche sotto tale profilo, i
provvedimenti risultano illegittimi.
21
“Non ho il potere di chiudere Fenice, tutti i
comuni dovrebbero affamare Fenice, non
conferendole spazzatura, solo così Fenice
può chiudere.
–Sabino Altobello, Sindaco di Lavello
Gazzetta del Mezzogiorno 

24 Ottobre 2015
CENTRALE A BIOMASSE A SAN NICOLA DI MELFI
C’è un progetto di un impianto di digestione anaerobica e
compostaggio da 120mila tonnellate con iter in corso in
Regione, nella zona industriale di San Nicola (l’impianto
sarò situato nei pressi della piattaforma logistica Auchan e
stabilimento FIAT).
Prenderanno l'organico, lo metteranno nelle celle e dal gas
prodotto bruciandolo, produrranno energia.
La società Ener Compost srl ha presentato presso l’ufficio
compatibilità ambientale della Regione Basilicata, per il
parere VIA.
24
UBICAZIONE DEGLI
IMPIANTI DI
COMPOSTAGGIO E
DIGESTIONE
ANAEROBICA CON UN
QUANTITATIVO TRATTATO
MAGGIORE DI 1.000 T/A,
PER COMUNE, ANNO
2013
Fonte: Rapporto ISPRA 2014
ITALCEMENTI E CSS
L’8 ottobre 2015, si è tenuta una
Conferenza dei Servizi presso la
Regione Basilicata che aveva come
oggetto l’Autorizzazione Integrata
Ambientale (AIA) richiesta dal
Gruppo Italcementi S.p.A. per
aumentare di 5 volte, da 12 mila a
60 mila tonnellate/anno, i rifiuti da
bruciare come combustibile nella
Cementeria situata in località
vicinissima all’abitato di Matera.
Italcementi vorrebbe utilizzare
“Combustibili Solidi Secondari
(CSS)” insieme agli altri
“combustibili” ancora in uso quali il
pet-coke (la “feccia del petrolio”),
pneumatici, materiali plastici ed altro.
A MATERA IL NUOVO IMPIANTO DI COMPOSTAGGIO ENTRO IL 2016?
Nel “Patto per il Sud” discusso martedì 3 Novembre 2015 in Consiglio
Regionale, è previsto tra gli interventi in relazione ai rifiuti e all’ambiente il
“potenziamento tecnologico degli impianti per il trattamento ed il recupero dei
rifiuti esistenti attraverso la prevista realizzazione di n. 6 appositi impianti di
compostaggio, di cui almeno uno si intende realizzare entro il 2016.”
Anche a Matera rischia di avere un suo impianto di compostaggio. La decisione
è stata presa dalla Regione Basilicata con delibera n.808 del 27 giugno 2014
che ha approvato la "indispensabilità", considerata l'emergenza che dura da
anni, di una serie di impianti di trattamento di rifiuti solidi urbani, proposti da
privati, tra cui un impianto di compostaggio della capacità di 40.000 tonnellate
annue presso un opificio nella zona industriale de La Martella. L'iter
amministrativo è ormai avviato con la procedura di Valutazione di Impatto
Ambientale propedeutica al rilascio della relativa autorizzazione per l'esercizio
(A.I.A.) grazie al parere favorevole ricevuto dalla Provincia nel mese di Maggio
2014.
CONCLUSIONE
Dall’ormai lontano 2002 e nell’ottica del
piano regionale per un ”ciclo integrato
dei rifiuti”, in provincia di Potenza sono
state costruite in dieci anni tre
piattaforme oggi operative, quelle di
Venosa, Sant’Arcangelo e Atella, e una in
provincia di Matera, a Pisticci. Ma lo
schema del piano era e rimane questo:
trattamento, selezione meccanica nelle
piattaforme, vagliatura, sopravaglio
parte secca a Fenice, sottovaglio parte
umida organica alle biocelle e poi in
discarica. Quindi uno schema che
prevedeva e prevede tuttora, anche a
fronte di una raccolta differenziata
spinta, che il rifiuto venga smaltito a
discarica o all’inceneritore Fenice
(parte di cui va di nuovo a discarica dopo
l’incenerimento).
29
GRAZIE PER L’ATTENZIONE
Domande?

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Smaltimento rifiuti in Regione Basilicata

  • 1. SMALTIMENTO RIFIUTI IN BASILICATA Melfi - 7 Novembre 2015 Portavoce Mirella Liuzzi
  • 2. SMALTIMENTO RIFIUTI: LA SITUAZIONE RSUdifferenziata 0 12,5 25 37,5 50 2005 2013 media nazionale Fonte: Patto per la Regione Basilicata 2015 La Basilicata è ancora lontana dall’obiettivo, normativo del 65% di Rsu raccolti in forma differenziata. Infatti la percentuale era del 6,5% nel 2005 e del 25,8% nel 2013, ancora di molto inferiore alla media nazionale del 42,3%. 2
  • 3. PERCENTUALI DI RACCOLTA DIFFERENZIATA DEI RIFIUTI URBANI PER REGIONE ANNI 2012 - 2013 3 Fonte: Rapporto ISPRA
  • 4. SMALTIMENTO RIFIUTI: LA SITUAZIONE kgsmaltitidiRSU/ abitante 0 60 120 180 240 2005 2013 media nazionale Fonte: Patto per la Regione Basilicata 2015 Si smaltiscono in discarica ancora nel 2013 205,3 kg di Rsu per abitante, a fronte dei 181,3 della media italiana, benché anche in questo campo si siano fatti molti progressi, partendo dai 236,9 kg del 2005. 
 Manca ancora una capacità impiantistica a valle per il riciclaggio e la lavorazione dei rifiuti. 4
  • 5. PRODUZIONE TOTALE DI RIFIUTI URBANI PER REGIONE, ANNI 2009 – 2013 Fonte: rapporto ISPRA 2014
  • 6. DISCARICHE IN BASILICATA ➤ Le discariche in Basilicata sono sette (tra parentesi le quantità di rifiuti smaltite nel 2014 per ogni invaso), tre ubicate in provincia di Potenza presso i comuni di Atella (65), Sant’Arcangelo (39.615) e Venosa (494); quattro in provincia di Matera, ossia a: Matera (21.996), Pisticci (2.835), Pomarico (13.078) e Tricarico (422). In queste sette invasi, per il 2014, sono state smaltiti 78.504 tonnellate, di questi 26.056 tonnellate provengono da trattamento di rifiuti urbani. ➤ La percentuale di RU smaltita in discarica senza trattamento preliminare per la Regione Basilicata, riferita all’anno 2014, è pari a circa il 75%.
  • 7. DISCARICHE ABUSIVE IN BASILICATA ➤ In data 2 dicembre 2014, la Corte di Giustizia Unione europea, in merito alla causa C196/13, ha condannato l’Italia per 198 discariche non bonificate, prevedendo come sanzione una multa forfettaria di 40 milioni di euro ed una multa semestrale proporzionale alle discariche ancora non bonificate. La Commissione europea, in merito alla multa semestrale, ha risposto ad una interrogazione di diversi parlamentari europei, affermando: “Il 13 luglio 2015 la Commissione ha inviato all'Italia una lettera con cui sollecita il pagamento della penale dovuta per il primo semestre successivo alla sentenza. La penale richiesta in tale lettera ammonta a 39.800.000 di euro, importo che è stato calcolato sulla base delle informazioni trasmesse dalle autorità italiane in merito ai progressi realizzati nella messa in conformità delle discariche.” ➤ Due delle rimanenti 185 dicariche abusive, oggetto della condanna, sono ubicate in Basilicata, precisamente a Matera località Altamura / Sgarrone e l’altra a Terranova di Pollino località Balsamano.
  • 8. PROCEDURA INFRAZIONE PER PIANO REGIONALE ➤ la Commissione europea, a ottobre 2015, ha avviato contro l’Italia la procedura di infrazione avente come oggetto: piani regionali di gestione dei rifiuti. Bruxelles, che ha inviato una lettera di messa in mora, ha verificato l'attività di aggiornamento, riscontrando inadempienze per tutte le Regioni e Province autonome italiane ad eccezione di Lazio, messosi in regola nel 2012, Marche, regolarizzatesi nel corso di quest'anno, Puglia e Umbria, non ancora in ordine ma che hanno tempo sino a fine anno per farlo. ➤ La Basilicata, quindi, è una delle regioni contro cui è stata aperta la procedura di infrazione 2015_2165.
  • 9. INCENERITORI DI RU, CSS E FS, ANNO 2013 Fonte: ISPRA
  • 10. QUADRO DEGLI IMPIANTI DI INCENERIMENTO DI RU, FS E CSS (TONNELLATE), ANNO 2013 10
  • 11. QUADRO DEGLI IMPIANTI DI INCENERIMENTO DI RU, FS E CSS (TONNELLATE), ANNO 2013 11
  • 12. QUADRO DEGLI IMPIANTI DI INCENERIMENTO DI RU, FS E CSS (TONNELLATE), ANNO 2013 12
  • 14. BREVE STORIA INCENERITORE FENICE ➤ L’inceneritore, realizzato dalla società francese Edf Fenice SpA, ma gestito con la srl Rendina Ambiente, è stato costruito nel 1999 ed è andato a regime nel 2000. Gestisce ogni anno circa 30 mila tonnellate di rifiuti solidi urbani e circa 20 mila di rifiuti industriali. I rifiuti industriali hanno un loro “libero mercato” e Fenice brucia anche rifiuti speciali di provenienza non lucana. Perfino i rifiuti sanitari (tossici e radioattivi) sono stati bruciati in questo impianto fuorilegge con la compiacenza dell'ente provincia di Potenza. ➤ L’11 ottobre del 2011, la Procura di Potenza ha arrestato l’ex direttore dell’Arpab, Vincenzo Sigillito e alcuni dirigenti accusandoli (il procedimento giudiziario è in atto) di disastro ambientale per aver nascosto un costante e progressivo inquinamento del sottosuolo intorno all’inceneritore avvenuto per circa 9 anni, dal 2002 al 2011. Sotto Fenice, in sostanza, è stato trovato di tutto: idrocarburi, cromo, metalli pesanti, berillio. 14
  • 15. BREVE STORIA INCENERITORE FENICE ➤ Nell’ottobre 2011 la Regione istituì una Commissione d’inchiesta su Fenice S.p.a di Melfi che aveva il compito di ricostruire la storia amministrativa, dei controlli e della vigilanza delle autorizzazioni date alla Società, evidenziando, in particolare le responsabilità, le criticità, i ritardi e le inadeguatezze dei mezzi e delle strutture che non avevano, già all’epoca, consentito il buon funzionamento del sistema. Le risultanze della relazione della Commissione, discussa in Consiglio regionale il 27 marzo 2013, portò all’approvazione di un deliberato che impegnava la Giunta, tra l’altro, a “riferire al Consiglio trimestralmente sull’attuazione del presente o.d.g.; semestralmente sull’ottemperanza delle prescrizioni dell’emendata A.I.A.; annualmente sulle risultanze delle valutazioni sanitarie e sullo stato di salute della popolazione e sulle eventuali misure di cura e prevenzione messe in atto e sui loro benefici”. 
 Nulla di tutto ciò è mai avvenuto. 15
  • 16. L’impianto non sta lavorando in sicurezza. Di seguito l’elenco degli incidenti denunciati solo lo scorso anno: 1. 17 gennaio 2014 - Incendio sotto la tramoggia di carico del forno a griglia; 2. 19 gennaio 2014 - Esplosione della guardia idraulica del forno rotante, che ha causato la rottura delle pareti di sostegno e del fondo della struttura, nonché il cedimento del rivestimento in cemento refrattario della struttura sovrastante; 3. 6 giugno 2014 e 9 giugno 2014 - Scoppi all'interno del forno rotante, nel quale vengono bruciati i rifiuti industriali pericolosi, seguiti da un incendio sulla tramoggia di cambio. INCIDENTIFonte: Odg Consigliere Gervasio (M5S) Lavello
  • 17. INDAGINI SVOLTE DALL’UFFICIO AMBIENTE DELLA PROVINCIA DI POTENZA 4/03/2015 ➤ Dopo l’installazione della barriera idraulica (22 piezometri) per la bonifica, subito a monte sono stati sempre rilevati superamenti delle CSC di alcuni parametri tetracloroetilene, 1-2 dicloropropano, ferro, nichel, manganese, fluoruri, nitrati e nitriti; ➤ A valle idrogeologica del sito dell’impianto Fenice c’era una potenziale diffusione della contaminazione, dato che si trattava di una contaminazione storica risalente al 2001; 17
  • 18. ➤ Le indagini svolte in seguito con 3 nuovi piezometri all’esterno del sito dell’impianto Fenice hanno confermato la potenziale contaminazione dei parametri per manganese, cloroformio e 1-2 dicloropropano; ➤ è ancora in corso il procedimento di bonifica (ad oggi ancora non concluso) relativo al lotto dell’ex Zuccherificio del Rendina all’interno del quale sono stati riscontrati superamenti delle CSC di solfati, fluoruri, manganese e tricloroetano; ➤ lo studio sulla cartografia geochimica (anno 2007) di tutto l’area industriale di Melfi ha evidenziato la presenza nelle acque sotterranee di valori anomali per piombo, fluoruri, manganese, ferro, solfati, selenio, cromo VI ed antimonio; ➤ ad oggi non è possibile individuare il/i responsabile/i della contaminazione, essendo il quadro conoscitivo incredibilmente frammentato e carente di informazioni ed essendo assolutamente assente il supporto tecnico scientifico dell’ARPAB. 18
  • 19. Figura 1 Aziende Potenzialmente Interessate dalla potenziale contaminazione 
 Figura 2 Valori Cromo
 Figura 3 Valori Manganese 19
  • 20. AIA - AUTORIZZAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE La Regione Basilicata ha concesso l’AIA all’esercizio di un’attività di trattamento dei rifiuti tramite incenerimento (deliberazione n. 428 del 14.04.2014), nonostante l’area sia oggetto delle problematiche ambientali sopra descritte ed allo stato già interessata da una procedura di bonifica per l’inquinamento derivante, molto probabilmente, dalla medesima attività di incenerimento. È pertanto evidente come su un sito già interessato da gravissime problematiche ambientali e definitivamente qualificato come potenzialmente contaminato, con rischio sufficientemente probabile che si verifichi, o si sia già verificato, un danno sotto il profilo sanitario o ambientale, possano e debbano essere svolte le sole attività di messa in sicurezza. 20
  • 21. RICORSO MOVIMENTO 5 STELLE LAVELLO ➤ Il sito sul quale si autorizza l’attività di termovalorizzazione, oltre a presentare le criticità sanitarie e ambientali, è normativamente inquadrato come sito potenzialmente contaminato e pertanto soggetto alla disciplina del TUA (Testo Unico Ambientale). ➤ Ai sensi del TUA l’autorità competente rinnova ogni 5 anni l’autorizzazione integrata ambientale che non prevede un rinnovo periodico. A tale fine, sei mesi prima della scadenza, il gestore deve inviare all’autorità competente una domanda di rinnovo. Quella appena illustrata è l’unica modalità prevista per consentire all’AIA una estensione temporale superiore ai cinque anni. Anche sotto tale profilo, i provvedimenti risultano illegittimi. 21
  • 22. “Non ho il potere di chiudere Fenice, tutti i comuni dovrebbero affamare Fenice, non conferendole spazzatura, solo così Fenice può chiudere. –Sabino Altobello, Sindaco di Lavello
  • 23. Gazzetta del Mezzogiorno 
 24 Ottobre 2015
  • 24. CENTRALE A BIOMASSE A SAN NICOLA DI MELFI C’è un progetto di un impianto di digestione anaerobica e compostaggio da 120mila tonnellate con iter in corso in Regione, nella zona industriale di San Nicola (l’impianto sarò situato nei pressi della piattaforma logistica Auchan e stabilimento FIAT). Prenderanno l'organico, lo metteranno nelle celle e dal gas prodotto bruciandolo, produrranno energia. La società Ener Compost srl ha presentato presso l’ufficio compatibilità ambientale della Regione Basilicata, per il parere VIA. 24
  • 25. UBICAZIONE DEGLI IMPIANTI DI COMPOSTAGGIO E DIGESTIONE ANAEROBICA CON UN QUANTITATIVO TRATTATO MAGGIORE DI 1.000 T/A, PER COMUNE, ANNO 2013 Fonte: Rapporto ISPRA 2014
  • 26.
  • 27. ITALCEMENTI E CSS L’8 ottobre 2015, si è tenuta una Conferenza dei Servizi presso la Regione Basilicata che aveva come oggetto l’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) richiesta dal Gruppo Italcementi S.p.A. per aumentare di 5 volte, da 12 mila a 60 mila tonnellate/anno, i rifiuti da bruciare come combustibile nella Cementeria situata in località vicinissima all’abitato di Matera. Italcementi vorrebbe utilizzare “Combustibili Solidi Secondari (CSS)” insieme agli altri “combustibili” ancora in uso quali il pet-coke (la “feccia del petrolio”), pneumatici, materiali plastici ed altro.
  • 28. A MATERA IL NUOVO IMPIANTO DI COMPOSTAGGIO ENTRO IL 2016? Nel “Patto per il Sud” discusso martedì 3 Novembre 2015 in Consiglio Regionale, è previsto tra gli interventi in relazione ai rifiuti e all’ambiente il “potenziamento tecnologico degli impianti per il trattamento ed il recupero dei rifiuti esistenti attraverso la prevista realizzazione di n. 6 appositi impianti di compostaggio, di cui almeno uno si intende realizzare entro il 2016.” Anche a Matera rischia di avere un suo impianto di compostaggio. La decisione è stata presa dalla Regione Basilicata con delibera n.808 del 27 giugno 2014 che ha approvato la "indispensabilità", considerata l'emergenza che dura da anni, di una serie di impianti di trattamento di rifiuti solidi urbani, proposti da privati, tra cui un impianto di compostaggio della capacità di 40.000 tonnellate annue presso un opificio nella zona industriale de La Martella. L'iter amministrativo è ormai avviato con la procedura di Valutazione di Impatto Ambientale propedeutica al rilascio della relativa autorizzazione per l'esercizio (A.I.A.) grazie al parere favorevole ricevuto dalla Provincia nel mese di Maggio 2014.
  • 29. CONCLUSIONE Dall’ormai lontano 2002 e nell’ottica del piano regionale per un ”ciclo integrato dei rifiuti”, in provincia di Potenza sono state costruite in dieci anni tre piattaforme oggi operative, quelle di Venosa, Sant’Arcangelo e Atella, e una in provincia di Matera, a Pisticci. Ma lo schema del piano era e rimane questo: trattamento, selezione meccanica nelle piattaforme, vagliatura, sopravaglio parte secca a Fenice, sottovaglio parte umida organica alle biocelle e poi in discarica. Quindi uno schema che prevedeva e prevede tuttora, anche a fronte di una raccolta differenziata spinta, che il rifiuto venga smaltito a discarica o all’inceneritore Fenice (parte di cui va di nuovo a discarica dopo l’incenerimento). 29