L'attività di Assessment dei livelli di trasparenza in una P.A.
1. - ASSESSMENT DEI LIVELLI DI
TRASPARENZA IN UNA P.A.
LOCALE
- MODELLO DI REALIZZAZIONE
DEL PIANO PER LA
TRASPARENZA
- INDICATORI E VALUTAZIONE
DEI RISULTATI
a cura di
Michele Vianello
Consulente e Digital Evangelist
Ottobre 2017
2. Quella che di seguito vi viene proposta é una metodologia che consente alle P.A., e
ai Comuni in particolare, di predisporre, per la parte inerente la TRASPARENZA,
il PTPCT rispettando tutti gli obblighi di Legge.
- La metodologia che vi proponiamo consentirà all'Amministrazione,
particolarmente ai Segretari e ai Direttori Generali, di "organizzare la trasparenza",
di individuare con precisione i macro e i micro obiettivi da raggiungere nel corso
di un triennio.
- La metodologia che vi proponiamo individua, in modo flessibile degli
indicatori di risultato, talché, come previsto dalla legislazione, il PTPCT potrà
essere messo in connessione con gli altri strumenti di pianificazione.
Il PTPCT, in particolare potrà essere parte integrante del Piano per le
performance.
Lo strumento che vi proponiamo é l'Assessment dei livelli di trasparenza.
Dlgs 33/ 2013
L’art. 10 al comma 3 così recita:
“La promozione di maggiori livelli di trasparenza costituisce un obiettivo strategico di
ogni amministrazione, che deve tradursi nella definizione di obiettivi organizzativi e
individuali.”
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3. La ratio legislativa.
Il Decreto Trasparenza che novella il DLS 33/2013 ha innovato radicalmente i rapporti tra i
cittadini e le Pubbliche Aministrazioni.
La trasparenza é diventata un valore/principio fondante dell’organizzazione e dell’essere stesso
delle PA.
Ricordiamo in particolare l’articolo 1, comma 1, il quale stabilisce che “la trasparenza è intesa
come accessibilità totale dei dati e dei documenti detenuti dalle pubbliche amministrazioni” ed é
finalizzata a “tutelare i diritti ' dei cittadini, promuovere la partecipazione degli interessati
all’attività amministrativa e a favorire forme diffuse di controllo sul perseguimento delle
funzioni istituzionali e sull'utilizzo delle risorse pubbliche.” La trasparenza va considerata,
quindi, come il principio cardine e fondamentale dell’organizzazione delle pubbliche
amministrazioni e dei loro rapporti con i cittadini.
Inoltre, attraverso la sua circolare 1309/2016 l’ANAC ci ha ricordato che il cittadino gode della
“libertà di accedere ai dati e ai documenti, cui corrisponde una diversa versione dell’accesso civico,
a divenire centrale nel nuovo sistema, in analogia agli ordinamenti aventi il Freedom of
Information Act (FOIA), ove il diritto all’informazione è generalizzato e la regola generale è la
trasparenza mentre la riservatezza e il segreto eccezioni.”
Se la trasparenza sarà, d’ora in avanti, considerata come il principio cardine che ispira i modelli
organizzativi della P.A., le stesse dovranno iniziare un processo di cambiamento insieme
organizzativo e culturale.
Gli attuali modelli organizzativi delle P.A. rappresentano oggi un ostacolo giacché sono stati
improntati alla riservatezza e al mero rispetto della norma.
Le piattaforme digitali possono essere concepite come uno strumento indispensabile per gestire
questi processi, a condizione che esse non riproducano la gestione dell’esistente.
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4. L’evoluzione delle tecnologie digitali. La valorizzazione dei dati.
Parallalelamente all’evoluzione della legislazione in materia di trasparenza, la
evoluzione delle tecnologie digitali pone alla nostra attenzione la necessità di
utilizzare e di valorizzare i dati generati in vario modo dalla Pubblica
Amministrazione. L'utilizzo dei dati é concepito dal legislatore “anche per
finalità commerciali”.
Quando utilizziamo il termine P.A. (tutti i soggetti ricompresi dall'art. 2 c.2 delle
della Legge Madia) dobbiamo considerare che, nel territorio, le Aziende
Sanitarie, ma soprattutto i gestori di public utilities (sia pubblici che privati) sono
dei "gestori" e "produttori" di dati.
Lo sviluppo e la diffusione di Internet of Things e l'avvento del 5G accentuerà
questo processo di generazione di dati.
Rispetto ad un recente passato l'utilizzo dei dati dovrà interessare sia gli
stackeholders economici e sociali ma, soprattutto le stesseP.A..
I dati –anche quelli prodotti e detenuti dalle P.A.- andranno quindi utilizzati per
generare ricchezza e ottimizzare l’uso delle risorse pubbliche.
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5. L’obbligo e la necessità di “organizzare” e “monitorare” l’evoluzione verso una P.A.
trasparente.
Il d.lgs. 33/2013 é stato modificato prevedendo l’integrazione del Programma
triennale della trasparenza e dell’integrità nel Piano triennale di prevenzione
della corruzione, il PTPCT. Il PTPCT andrà presentato entro il 31 gennaio di
ogni anno.
L’ANAC, anche in questo caso, ci ha ricordato che nel PTPCT andrà
“chiaramente identificata la sezione relativa alla trasparenza.”
Nella redazione del PTPCT, per quanto attiene la sezione inerente la
trasparenza, si potranno confrontare due modelli:
il primo, che si limiterà ad una elencazione, più o meno dettagliata, di obiettivi e
di attività;
il secondo, che programmerà in modo dettagliato e misurerà gli obiettivi rivolti a
favorire l’evoluzione organizzativa dell’Ente in direzione della trasparenza.
Questo secondo modello sposa in pieno il dettato legislativo.
L’art. 10
al comma 3 così recita:
“La promozione di maggiori livelli di trasparenza costituisce un obiettivo
strategico di ogni amministrazione, che deve tradursi nella definizione di
obiettivi organizzativi e individuali.”
(segue)
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6. al comma 6:
“Ogni amministrazione presenta il Piano e la Relazione sulla performance …
nell'ambito di apposite giornate della trasparenza”
Talché l’ANAC afferma che: “Il legislatore ha rafforzato poi la necessità che sia
assicurato il coordinamento tra gli obiettivi strategici in materia di trasparenza
contenuti nel PTPCT e gli obiettivi degli altri documenti di natura
programmatica e strategico-gestionale dell’amministrazione nonché con il piano
della performance. Ciò al fine di garantire la coerenza e l’effettiva sostenibilità
degli obiettivi posti."
Inoltre: “viene chiarito che la sezione del PTPCT sulla trasparenza debba essere
impostata come atto organizzativo fondamentale dei flussi informativi necessari
per garantire, all’interno di ogni ente, l’individuazione/l’elaborazione, la
trasmissione e la pubblicazione dei dati.".
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7. Che fare??? Il 31 gennaio si avvicina ....
Da quanto affermato più sopra appare necessario che le P.A. (soprattutto quelle
locali) si dotino di una strumentazione che consenta di integrare il tradizionale
Piano delle performance con gli obiettivi di trasparenza.
Ma, a differenza di una tradizionale pianificazione concepita per obiettivi che
vengono raggiunti nel tempo (ad es. la realizzazione di un’opera pubblica, la
gestione di un asilo nido), la trasparenza è un valore che fondante dell'essere della
Pubblica Amministrazione e che si traduce, nella sua evoluzione, in azioni
puntuali. Tali azioni/obiettivi dovranno perciò essere aggiornati nel tempo.
La trasparenza è quindi il frutto di azioni strutturali ben definite e di micro azioni
che consentono di articolare concretamente gli obiettivi, di individuare le
responsabilità in modo preciso, di misurarle (indicatori), di retribuirle.
La realizzazione di un “Piano Triennale per la Trasparenza” (parte integrante del
PTPCT) necessita di un ASSESSMENT DELLA TRASPARENZA, fondato
sull’individuazione di macro aree di intervento e, successivamente, di interventi
puntuali.
La pagina successiva indica, a titolo esemplificativo, alcune macro azioni che
dovranno orientare una Amministrazione nel definire il Piano per la trasparenza.
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8. Sito Istituzionale
Qualità delle
informazioni
disponibili
(analogico/
digitale)
Reperibilità delle
informazioni
(fascicolazione
digitale-metadati/
formati)
(analogica)
Politiche di tutela
della privacy
Portale open data
Amministrazione
Trasparente
Organizzazione
FOIA e altre
modalità di accesso
Utilizzo dati da
parte della
Amministrazione
Realizzazione e
gestione social
network
Educazione alla
trasparenza
(cittadini/
dipendenti)
OBIETTIVO
TRASPARENZA (LE
MACRO AZIONI)
100%
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9. La riuscita dell'attività che proponiamo si fonda poi su quattro altri principi:
- la definizione di precise responsabilità;
- l'individuazione di micro attività (la nostra proposta prevede di declinare ogni
macro area di intervento);
- la precisa temporizzazione degli interventi (ricordiamo che il Piano é di carattere
triennale) e l'evidenziazione delle risorse da impiegare;
- l'individuazione di indicatori – non solo quantitativi- del successo.
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PESATURA DI
OGNI MACRO
AREA
Individuazione
di
responsabilità
individuali
previsioni
di
legge
Capo
progetto
1)
Settori
o uffici
interessati
2)
REPORT
ANALISI
DELLO
STATO
DELL'ARTE
(evidenziare le
criticità,
le azioni,
la tempistica)
3)
condivisione
MICRO
AZIONI
4)
(segue)
11. SITO
ISTITUZIONALE
Valore
% su
obiettivo
trasparen
za Design: rispetto delle
linee guida AGID
valore %
sull'insieme
delle azioni
"sito
istituzionale"
INDIVIDUAZIONE
RESPONSABILITÀ
Analisi adeguatezza o
criticità
Individuazione azioni
puntuali
Risorse economiche a
disposizione (budget)
Risorse umane impiegate
(ore uomo)
Settori e uffici interessati
Descrizione
Tempi
previsti
realizzazione
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Indicatori
puntuali