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Appalti, corruzione, tangenti e intimidazioni.
La Commissione d’inchiesta Charbonneau sta dimostrando
la presenza di un cartello gestito da mafiosi, imprenditori
e politici per il controllo degli appalti pubblici. Nelle scorse
settimane è ricominciata l’escalation di omicidi, con il boss
Vito Rizzuto pronto a riprendere le redini del potere
di Saul Caiadi Saul Caiadi
Zambito ha
raccontato che
Gilles Suprenant,
ex capo ufficio
urbanistica di
Montréal, durante
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aveva intascato
tangenti per un
valore complessivo
variabile dai 100
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«Lei crede che la mafia esista?»«Lei crede che la mafia esista?»
«Non lo so».«Non lo so».
«Secondolei:checos’èlamafia?»«Secondolei:checos’èlamafia?»
«È difficile da definire. Non lo«È difficile da definire. Non lo
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TribunalediMontréal.ChiponeTribunalediMontréal.Chipone
la domanda è Sonia LeBel, unala domanda è Sonia LeBel, una
degli avvocati della “Commisdegli avvocati della “Commis-
sioneCharbonneau”,organismosioneCharbonneau”,organismo
che coordina e indaga sul sisteche coordina e indaga sul siste-
ma d’infiltrazione mafiosa neglima d’infiltrazione mafiosa negli
appalti pubblici nella provinciaappalti pubblici nella provincia
delQuébecfacentecapoall’omodelQuébecfacentecapoall’omo-
nimo giudice.nimo giudice.
L’imputato è Nicolò Milioto,L’imputato è Nicolò Milioto,
imprenditore originario di Catimprenditore originario di Cat-
tolica Eraclea ed emigrato intolica Eraclea ed emigrato in
Canada per fare fortuna. Oggi èCanada per fare fortuna. Oggi è
titolare della “Mivela”, societàtitolare della “Mivela”, società
specializzata negli arredi straspecializzata negli arredi stra-
dali (da qui il suo soprannomedali (da qui il suo soprannome
“Mr. Sidewalk”, “Mister mar“Mr. Sidewalk”, “Mister mar-
ciapiede”) e viene consideratociapiede”) e viene considerato
dall’accusa uno dei principali
intermediari tra il clan Rizzuto
e le imprese di costruzione.
Durante la seconda udienza in
commissione, Milioto si avvale
della facoltà di non rispondere,
silenzio interrotto solo per spie-
gare al giudice Charbonneau il
concetto della parola “omertà”:
«Vuoldirechenondeviparlare»,
ha sentenziato Milioto.
Èpassatooltreunannodaquan-
do la commissione ha messo a
setaccio le gare d’appalto pub-
bliche tra le regioni di Montréal
e Laval, che coinvolgerebbero
persino finanziamenti diretti ai
partiti e ai politici.
Loscandalohatravoltocomeun
fiumeinpienal’amministrazione
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quelle delle due regioni, con la
conseguente caduta di diverse
carichepolitiche.Laprimaèstata
Line Beauchamp, ex ministro
dell’Educazioneevicepresidente
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telaraccoltafondidel2009aveva
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in odor di mafia. Arcudi si era
presentatocomerappresentante
dellasocietàenergeticadicarbo-
nio neutro, specializzata nella
bonifica dei terreni. In seguito
a quella donazione, quando la
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nistro dell’Ambiente, la società
dell’imprenditoreavevaricevuto
la certificazione di abilitazione
energetica.L’exministroprimadi
dimettersi, a metà maggio 2012,
avevasostenutodinonconoscere
in alcun modo il mafioso.
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scrupoloso della commissione
ha portato alla confessione di
Lino Zambito, titolare della
“Infrabec Inc.”, che con la sua
testimonianza ha ricostruito la
reted’intreccitramafia,politica
e imprenditoria. A finire sot-
to accusa proprio l’ex sindaco
di Montréal Gerald Tremblay,
che secondo Zambito era pie-
namente a conoscenza del si-
stema vigente in Québec, dove
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stabilito un cartello di prezzi,
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mafia. La suddivisione delle
mazzetteavevaunoschemaben
preciso: il 2,5% del valore de-
gli appalti andava alla mafia, e
quindi al boss Vito Rizzuto che
agiva da “mediatore” durante
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spettava al partito del sindaco
Tremblay, la “Union Montréal”,
mentre l’1% serviva a corrom-
pere la burocrazia.
«Non ho mai tradito. Auspico
di cuore che un giorno venga
riconosciutochehocombattuto,
spesso da solo, contro il siste-
ma».Conquesteparole,loscorso
5 novembre, sommerso dello
scandalo, il sindaco Tremblay
ha deciso di lasciare la carica di
primo cittadino, che ricopriva
ininterrottamente dal 2002, e di
abbandonaredefinitivamentela
carriere politica.
Zambito ha inoltre raccontato
che Gilles Surprenant, ex capo
dell’ufficio Urbanistica di Mon-
tréal, durante il suo mandato
aveva intascato tangenti per un
valore complessivo variabile,
compresotraicentomilaei 200
mila dollari, somma a cui però
vanno aggiunte ulteriori regalie
concesse a diversi dipendenti
comunali. Durante gli interro-
gatori,Surprenanthaconfessato
di aver preso l’1% sugli appalti
truccati e di aver ricevuto più di
600 mila dollari da diversi im-
prenditori,nell’arcodell’ultimo
ventennio.
Altra importante testimonianza
èstatafornitadaElioPagliarulo,
exproprietariodiunapanetteria,
Dopol’indebolimentodelclanRizzuto,cheavevatenutosottoscaccoilCanada
per oltre trenta anni, Montréal si era trovata in una situazione d’instabilità.
Chiunque desiderava colmare il vuoto della vecchia famiglia di Cattolica
Eraclea. Si erano formati due differenti fazioni: da una parte il gruppo di
Raynald Desjardins, al quale avevano aderito alcuni uomini di Rizzuto, e
dall’altra quellodiSalvatoreMontana,detto “ilbossbambino”,chericeveva
l’appoggio della famiglia Bonanno di New York. Una sanguinosa disputa è
culminata con l’omicidio dello stesso Montagna freddato lo scorso novem-
bre, per il quale è stato accusato Desjardins, arrestato e poi scarcerato sotto
cauzione in vista del processo, insieme ad altri cinque complici.
Negli ultimi mesi però il panorama sembra cambiato vertiginosamente e il
cerchiocontinuaastringersiintornoaDesjardins,chehapersonumerosiuo-
mininelconflitto.TraquestiJoeDiMaulo,cognatodelboss;undicisettimane
dopo è toccato a Gaetan Gosselin, altro partner d’affari; poi è stata la volta di
Vincenzo Scuderi ed infine, alcune settimane fa, l’ultimo agguato mortale
ai danni di Tonino Callochia. Il grande sospettato della nuova escalation
di morte è Vito Rizzuto “The Teflon”, il padrino scarcerato negli States lo
scorso ottobre. In molti sospettano che Rizzuto voglia ristabilire l’equilibrio
ecolpireDesjardins,perintimidirloeimpedirgliditestimoniaredavantialla
commissioneCharbonneau.Eppure,nonostanteilrecenterientroinCanada,
il boss aveva messo in vendita la propria vecchia casa e con la moglie si era
recato per una vacanza nella Repubblica Dominicana. Una mossa che aveva
spiazzato in molti, ma che sembra ricordare la strategia adottata dal padre
NiccolòdurantelaprimaguerradimafiainCanadaneglianni70,quandodal
Venezuela, dove si era rifugiato, aveva diretto lo sterminio dei rivali Violi.
Gli incontri
tra imprenditori
e appartenenti
al clan Rizzuto
avvenivano
al “Cosenza
Social Club”,
quartier generale
della famiglia
che ha raccontato di aver con-
segnato personalmente a Frank
Zampino, politico e presiden-
te del comitato esecutivo del
governo di Montréal, 300 mila
dollari in contanti. A fare da
intermediarioilcostruttorePaolo
Catania,desiderosodiacquistare
un terreno del valore circa di 50
milioni di dollari: sperava, con
l’aiutodiZampino,diottenereil
prezzo di favore di 5 milioni.
Leaziendechesiaggiudicavano
gliappaltieranosemprelestesse
e facevano parte di una rete ben
definita. Tutte le altre società
erano emarginate e minacciate
nel caso in cui decidessero di
partecipareallagare.Cosìquan-
doMartinCarrier,imprenditore
esterno al gruppo, decide di
non piegarsi al cartello della
mafia, viene ripetutamente in-
timidito. Il primo avvertimento
lo riceve telefonicamente, alla
cornetta risponde la figlia che
visibilmentepreoccupata passa
la chiamata al padre.
Dall’altra parte, una voce con
una marcato accento italiano:
«Non te ne deve fregare nulla
di chi sono, perché la prossima
volta non la farai franca. Grazie
e buona giornata». Secondo la
ricostruzionedegliinquirenti,la
voce è quella di Francesco Del
Balso,uomodelclanRizzuto.No-
nostantelaminaccia,l’imprendi-
tore rifiuta l’offerta e denuncia
leintimidazionialleautorità.La
mafia però continua nella sua
opera ricattatoria, inviandogli
un ulteriore avvertimento con
un bigliettino di condoglianze,
recapitatogli direttamente in
ufficio. “Sincere condoglianze”
recita il fronte, mentre sul retro
c’èscritto:«Caroamico,smettila
difareofferteaMontréal.Senon
lasmetti,latuafamigliariceverà
unbigliettotaleequaleaquesto.
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Leclerc, proprietario della “Ter-Leclerc, proprietario della “Ter-Leclerc, proprietario della “Ter
ramexInc”,societàspecializzata
nel movimento terra, ha confer-nel movimento terra, ha confer-nel movimento terra, ha confer
matolepressionieintimidazioni
chelasuaaziendaavevaricevuto
durantelegarepubbliche.Leclerc
haspiegatoche,giànel1996,era
a conoscenza di un cartello che
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lacittàdiMontréal,alqualepote-
vanoaderiresolopocheimprese.
Quando per “sbaglio” vinceva
un’azienda esterna al gruppo,
arrivavano le pressioni e si era
costretti a ritirare l’offerta.
Lacom-
missioneCharbonneauèriuscita
adefinirelastrategiaadottatanel
corso delle trattative delle gare
d’appalto. Da un lato, i prezzi
deipreventivivenivanogonfiati
anchedel70%,dall’altrosisotto-
stimava il valore dei terreni.
Sottoaccusasonofinitebensette
imprese e numerosi (e facolto-
si) costruttori. In primis Paolo
Catania, anche lui originario di
Cattolica Eraclea, filmato du-
rante un incontro con il boss
Nick Rizzuto nel suo quartier
generale, mentre nascondeva
grosse somme di denaro nelle
calze. Altro magnate chiamato
in causa è Tony Accurso, pro-
prietariodella“Simard-Beaudry
Construction” e di circa 60 ditte
satellite. Poi ci sono gli impren-
ditoriGiuseppe“Joe”Borsellino
e Nicolò Milioto.
Gli inquirenti sono venuti a
conoscenza delle strategie affa-
ristichegrazieagliappostamenti
e alle intercettazioni che hanno
dato vita all’operazione “Colos-
seo”, risalente al 2006. Sono
infatti stati filmati gli incontri al
“Cosenza Social Club”, quartier
generale della famiglia Rizzuto,
dove diversi imprenditori si
recavano per parlare con i com-
ponenti del clan. Nel club dei
Rizzuto si trattavano gli accordi
per la spartizione degli appalti;
mentre al “Club 357c”, in un
lussuoso edificio al centro di
Montréal,gliimprenditorientra-
vanoincontattoconifunzionari
pubblici per corromperli. Nel
corso dell’inchiesta, le autorità
sieranoavvalsedelletraduzioni
di Angelo Cecere, che per oltre
26 anni ha lavorato nel reparto
di criminologia del corpo mi-
litare canadese, specializzato
nella trascrizione ed interpre-
tazione delle conversazioni
intercettate.
Una collaborazione termina-
ta quando la Royal Canadian
Mounted Police ha iniziato a
sospettare dello stesso Cecere,
decidendo di metterlo sotto sor-
veglianza.Duranteipedinamen-
ti, le autorità canadesi si sono
rese conto che Cecere favoriva
i Rizzuto, manipolando i testi
delle traduzioni e incontrando
uomini del clan per informarli
degli sviluppi delle indagini. A
casa dello stesso “traduttore” si
recava spesso Nicola Di Marco,
che per la famiglia gestiva un
casinò clandestino a Montréal
finanziato da Nick Rizzuto Jr.,
figlio del boss Vito. Nel 2007
la polizia ha arrestato Cecere
incolpandolo di aver ostaco-
lato le indagini e divulgato in-
formazioni riservate. Durante
la perquisizione in casa del
“traduttore” è stato trovato un
dischetto contenente alcuni file
non ancora pubblicati nell’in-
chiesta, diverse annotazioni e
un documento con la dicitura
“domande che gli avvocati po-
trebbero fare”.
Può un solo corpo di polizia di 28
mila uomini, sia pure leggendario
come le Giubbe Rosse della Royal
Canadian Mounted Police (Rcmp),
garantire un adeguato standard di
sicurezza in un grande paese come
il Canada, con 34 milioni di abi-
tanti, una superficie trentatré volte
quelladell’Italia,ottomilachilometri
di frontiera con gli Stati Uniti e 66
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ardua, quasi impossibile, riuscire
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inparticolare–diventatesemprepiù
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Ilpano-
rama criminale nel Paese dei Laghi
è molto variegato. Gruppi di origi-
ne asiatica – in particolare cinesi
e thailandesi – primeggiano nella
distribuzione di eroina, bande di
motociclistichehannoilmonopolio
nel commercio di marijuana e dro-
ghe sintetiche, sodalizi dominicani
e giamaicani, gruppi canadesi e gli
immancabili “esperti” colombiani.
Una citazione particolare va fatta
per la criminalità mafiosa italiana
presente da decenni a Toronto e a
Montréal.LafamigliaRizzuto,storica
alleatadeiCuntrera-Caruana,èancora
dominante con la presenza del suo
capo,ilsessantasettenneVitoRizzuto.
“Don” Vito, terminata la condanna
nelcarcerediDenver,daalcunimesi
è tornato a casa a Montréal, dalla
sua “famiglia”, intenzionato a non
mollare gli affari iniziati sin dagli
anniSettanta.Sispiegherebberocosì
alcuni incontri riservati di “lavoro”
avuti a gennaio, nella Repubblica
Dominicana. Lontani, dunque, dal
Canada, dopo una guerra di mafia:
la criminalità organizzata irlandese
alleata con gangs di motociclisti,
insieme contro il “potere” dei Riz-
zuto. Una contesa iniziata nel di-
cembre2009,conl’omicidiodiNick
Rizzuto avvenuto in pieno centro a
Montréal, cui hanno fatto seguito
(rispettivamente a maggio 2010 e
giugno 2010) le “lupare bianche”
di Paolo Renda, cognato di don Vito
e di Agostino Centrera, padrino di
Vito. A novembre dello stesso anno
l’assassinio di Nicola Rizzuto, 86
anni, il patriarca della “famiglia”,
ucciso, mentre era in cucina, da un
cecchino appostato in un bosco nei
pressidellasuaabitazione.Nel2011,
esponenticanadesidella’ndrangheta
e di Cosa nostra si accordano con
l’intento di eliminare i Rizzuto per
ottenere il controllo della piazza di
Montréal. Prosegue quindi la scia
di omicidi. Vengono uccisi Antonio
Di Salvo, Lorenzo Lopresti e, infine,
l’italocanadeseSalvatoreMantegna
(soprannominatoil“bossbambino”),
cresciuto in Sicilia e nel Bronx e
diventato esponente di spicco della
famiglia Bonanno. Per questo omi-
cidiofinirannoincarcereDesjardins
e l’irlandese Jack Arthur Simpson,
autore materiale dell’omicidio. Lo
stesso Raynald Desjardins (legato ai
bikers degli Hells Angels) a gennaio
era miracolosamente sfuggito a un
agguato; pari sorte è toccata, il mese
successivo,allamogliediun“socio”
diRizzuto.Nelnovembre2012vengo-
nouccisiilvecchioJosephDiMauro
(un tempo vicino ai Rizzuto) e, due
mesi più tardi (gennaio 2013), Gae-
tano Gosselin, vicino a Desjardins.
Questifattisanguinarirappresentano
inquietanti segnali di come la lotta
per il controllo del territorio non sia
affatto conclusa.
Perlacriminalità
organizzata,naturalmente,ilfiorente
mercato delle droghe continua a es-
sere il principale obiettivo da tenere
sottocontrollo.LaRcmp,nel2012,ha
stimatoincirca15miliardididollari
canadesiilvolumedidenaroriciclato
provenientedalnarcotraffico.Ingen-
ti gli ultimi sequestri di marijuana
canadese (i dati non ancora ufficiali
delloscorsoannoparlanodioltre40
tonnellate), per lo più proveniente
dall’Ontario,QuébeceBritishColum-
bia, coltivata in territori disabitati e
areeimpervie.Notevolmenteaumen-
tata la coltivazione della marjiuana
(il consumo in Canada è tra i più alti
nelmondo)nellecase,incapannoni,
nelleserre(“indoorgrowoperation”),
tecnica che consente una maggiore
produzione (con conseguente mag-
giore esportazione verso il mercato
americano) e un prodotto con una
più alta concentrazione di principio
attivo. L’hashish è in prevalenza di
provenienza giamaicana e indiana;
nella zona di Vancouver è molto
diffuso il “budder”, olio sintetizzato
conun’altapercentualedithc.Ilcon-
sumo di eroina resta su livelli bassi
con sequestri che si sono attestati,
mediamente, intorno ai cento chili
annui(conunpicco,nel2009,di213
kg).Alsequestro,nellugliodel2007,
dellaprimacoltivazionedioppionel
paese, ha fatto seguito – nell’agosto
2011– quelloavvenutoaChilliwack
(BritishColumbia):uncampodipoco
menoditreettaricon500milapiante
“curate” da due canadesi di origine
indiana. Il mercato della cocaina ha
registrato un’impennata nel 2009 .
In tema di droghe sintetiche il Ca-
nada continua a essere tra i maggiori
produttori mondiali di ecstasy con
prezzi molto concorrenziali (meno
di dieci dollari a pillola) e con tec-
niche di vendita molto “allettanti”,
comerenderelepillole“glitter”,cioè
luccicanti. Dai sequestri di oltre una
tonnellatadel2007sièscesiamezza
tonnellata nel 2009 per poi risalire
intornoai700kgnel2012(datoancora
non consolidato). Notevole anche la
produzione di metamfetamine con
esportazione di consistenti quanti-
tativi verso i mercati giapponese e
australiano.Accantoaquestomercato
“tradizionale” delle droghe, se ne è
sviluppandounaltrochevedediverse
sostanze come Lsd, ketamina, Ghb
(gamma hidroxy butirate), roypnol
(derivatodallabenzodiazepina),khat
(moltodiffusatralecomunitàetiope
e yemenita) e una droga popolare, in
pillole, chiamata “hagigat” (fusione
delle parole “hagica” che in ebraico
vuol dire “festeggiamento” e khat) e
diffusa nella comunità israeliana.
di Piero Innocenti
Un rapporto del
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e Internazionali
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Il traffico di
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  • 1. Appalti, corruzione, tangenti e intimidazioni. La Commissione d’inchiesta Charbonneau sta dimostrando la presenza di un cartello gestito da mafiosi, imprenditori e politici per il controllo degli appalti pubblici. Nelle scorse settimane è ricominciata l’escalation di omicidi, con il boss Vito Rizzuto pronto a riprendere le redini del potere di Saul Caiadi Saul Caiadi
  • 2. Zambito ha raccontato che Gilles Suprenant, ex capo ufficio urbanistica di Montréal, durante il suo mandato aveva intascato tangenti per un valore complessivo variabile dai 100 ai 200 mila dollari «Lei crede che la mafia esista?»«Lei crede che la mafia esista?» «Non lo so».«Non lo so». «Secondolei:checos’èlamafia?»«Secondolei:checos’èlamafia?» «È difficile da definire. Non lo«È difficile da definire. Non lo so».so». TribunalediMontréal.ChiponeTribunalediMontréal.Chipone la domanda è Sonia LeBel, unala domanda è Sonia LeBel, una degli avvocati della “Commisdegli avvocati della “Commis- sioneCharbonneau”,organismosioneCharbonneau”,organismo che coordina e indaga sul sisteche coordina e indaga sul siste- ma d’infiltrazione mafiosa neglima d’infiltrazione mafiosa negli appalti pubblici nella provinciaappalti pubblici nella provincia delQuébecfacentecapoall’omodelQuébecfacentecapoall’omo- nimo giudice.nimo giudice. L’imputato è Nicolò Milioto,L’imputato è Nicolò Milioto, imprenditore originario di Catimprenditore originario di Cat- tolica Eraclea ed emigrato intolica Eraclea ed emigrato in Canada per fare fortuna. Oggi èCanada per fare fortuna. Oggi è titolare della “Mivela”, societàtitolare della “Mivela”, società specializzata negli arredi straspecializzata negli arredi stra- dali (da qui il suo soprannomedali (da qui il suo soprannome “Mr. Sidewalk”, “Mister mar“Mr. Sidewalk”, “Mister mar- ciapiede”) e viene consideratociapiede”) e viene considerato dall’accusa uno dei principali intermediari tra il clan Rizzuto e le imprese di costruzione. Durante la seconda udienza in commissione, Milioto si avvale della facoltà di non rispondere, silenzio interrotto solo per spie- gare al giudice Charbonneau il concetto della parola “omertà”: «Vuoldirechenondeviparlare», ha sentenziato Milioto. Èpassatooltreunannodaquan- do la commissione ha messo a setaccio le gare d’appalto pub- bliche tra le regioni di Montréal e Laval, che coinvolgerebbero persino finanziamenti diretti ai partiti e ai politici. Loscandalohatravoltocomeun fiumeinpienal’amministrazione dellostatofederaledelQuébece quelle delle due regioni, con la conseguente caduta di diverse carichepolitiche.Laprimaèstata Line Beauchamp, ex ministro dell’Educazioneevicepresidente dellostatodelQuébec,cheduran- telaraccoltafondidel2009aveva ricevuto circa tremila dollari da DomenicoArcuri,imprenditore in odor di mafia. Arcudi si era presentatocomerappresentante dellasocietàenergeticadicarbo- nio neutro, specializzata nella bonifica dei terreni. In seguito a quella donazione, quando la Beauchamp era divenuta mi- nistro dell’Ambiente, la società dell’imprenditoreavevaricevuto la certificazione di abilitazione energetica.L’exministroprimadi dimettersi, a metà maggio 2012, avevasostenutodinonconoscere in alcun modo il mafioso. Il lavoro scrupoloso della commissione ha portato alla confessione di Lino Zambito, titolare della “Infrabec Inc.”, che con la sua testimonianza ha ricostruito la reted’intreccitramafia,politica e imprenditoria. A finire sot- to accusa proprio l’ex sindaco di Montréal Gerald Tremblay, che secondo Zambito era pie- namente a conoscenza del si- stema vigente in Québec, dove un gruppo di imprese aveva stabilito un cartello di prezzi, spartendosi il ricavato con la mafia. La suddivisione delle mazzetteavevaunoschemaben preciso: il 2,5% del valore de- gli appalti andava alla mafia, e quindi al boss Vito Rizzuto che agiva da “mediatore” durante le dispute sugli appalti; il 3% spettava al partito del sindaco Tremblay, la “Union Montréal”, mentre l’1% serviva a corrom- pere la burocrazia. «Non ho mai tradito. Auspico di cuore che un giorno venga riconosciutochehocombattuto, spesso da solo, contro il siste- ma».Conquesteparole,loscorso 5 novembre, sommerso dello scandalo, il sindaco Tremblay ha deciso di lasciare la carica di primo cittadino, che ricopriva ininterrottamente dal 2002, e di abbandonaredefinitivamentela carriere politica. Zambito ha inoltre raccontato che Gilles Surprenant, ex capo dell’ufficio Urbanistica di Mon- tréal, durante il suo mandato aveva intascato tangenti per un valore complessivo variabile, compresotraicentomilaei 200 mila dollari, somma a cui però vanno aggiunte ulteriori regalie concesse a diversi dipendenti comunali. Durante gli interro- gatori,Surprenanthaconfessato di aver preso l’1% sugli appalti truccati e di aver ricevuto più di 600 mila dollari da diversi im- prenditori,nell’arcodell’ultimo ventennio. Altra importante testimonianza èstatafornitadaElioPagliarulo, exproprietariodiunapanetteria, Dopol’indebolimentodelclanRizzuto,cheavevatenutosottoscaccoilCanada per oltre trenta anni, Montréal si era trovata in una situazione d’instabilità. Chiunque desiderava colmare il vuoto della vecchia famiglia di Cattolica Eraclea. Si erano formati due differenti fazioni: da una parte il gruppo di Raynald Desjardins, al quale avevano aderito alcuni uomini di Rizzuto, e dall’altra quellodiSalvatoreMontana,detto “ilbossbambino”,chericeveva l’appoggio della famiglia Bonanno di New York. Una sanguinosa disputa è culminata con l’omicidio dello stesso Montagna freddato lo scorso novem- bre, per il quale è stato accusato Desjardins, arrestato e poi scarcerato sotto cauzione in vista del processo, insieme ad altri cinque complici. Negli ultimi mesi però il panorama sembra cambiato vertiginosamente e il cerchiocontinuaastringersiintornoaDesjardins,chehapersonumerosiuo- mininelconflitto.TraquestiJoeDiMaulo,cognatodelboss;undicisettimane dopo è toccato a Gaetan Gosselin, altro partner d’affari; poi è stata la volta di Vincenzo Scuderi ed infine, alcune settimane fa, l’ultimo agguato mortale ai danni di Tonino Callochia. Il grande sospettato della nuova escalation di morte è Vito Rizzuto “The Teflon”, il padrino scarcerato negli States lo scorso ottobre. In molti sospettano che Rizzuto voglia ristabilire l’equilibrio ecolpireDesjardins,perintimidirloeimpedirgliditestimoniaredavantialla commissioneCharbonneau.Eppure,nonostanteilrecenterientroinCanada, il boss aveva messo in vendita la propria vecchia casa e con la moglie si era recato per una vacanza nella Repubblica Dominicana. Una mossa che aveva spiazzato in molti, ma che sembra ricordare la strategia adottata dal padre NiccolòdurantelaprimaguerradimafiainCanadaneglianni70,quandodal Venezuela, dove si era rifugiato, aveva diretto lo sterminio dei rivali Violi.
  • 3. Gli incontri tra imprenditori e appartenenti al clan Rizzuto avvenivano al “Cosenza Social Club”, quartier generale della famiglia che ha raccontato di aver con- segnato personalmente a Frank Zampino, politico e presiden- te del comitato esecutivo del governo di Montréal, 300 mila dollari in contanti. A fare da intermediarioilcostruttorePaolo Catania,desiderosodiacquistare un terreno del valore circa di 50 milioni di dollari: sperava, con l’aiutodiZampino,diottenereil prezzo di favore di 5 milioni. Leaziendechesiaggiudicavano gliappaltieranosemprelestesse e facevano parte di una rete ben definita. Tutte le altre società erano emarginate e minacciate nel caso in cui decidessero di partecipareallagare.Cosìquan- doMartinCarrier,imprenditore esterno al gruppo, decide di non piegarsi al cartello della mafia, viene ripetutamente in- timidito. Il primo avvertimento lo riceve telefonicamente, alla cornetta risponde la figlia che visibilmentepreoccupata passa la chiamata al padre. Dall’altra parte, una voce con una marcato accento italiano: «Non te ne deve fregare nulla di chi sono, perché la prossima volta non la farai franca. Grazie e buona giornata». Secondo la ricostruzionedegliinquirenti,la voce è quella di Francesco Del Balso,uomodelclanRizzuto.No- nostantelaminaccia,l’imprendi- tore rifiuta l’offerta e denuncia leintimidazionialleautorità.La mafia però continua nella sua opera ricattatoria, inviandogli un ulteriore avvertimento con un bigliettino di condoglianze, recapitatogli direttamente in ufficio. “Sincere condoglianze” recita il fronte, mentre sul retro c’èscritto:«Caroamico,smettila difareofferteaMontréal.Senon lasmetti,latuafamigliariceverà unbigliettotaleequaleaquesto. È l’ultimo avviso». Anche l’imprenditore Michel Leclerc, proprietario della “Ter-Leclerc, proprietario della “Ter-Leclerc, proprietario della “Ter ramexInc”,societàspecializzata nel movimento terra, ha confer-nel movimento terra, ha confer-nel movimento terra, ha confer matolepressionieintimidazioni chelasuaaziendaavevaricevuto durantelegarepubbliche.Leclerc haspiegatoche,giànel1996,era a conoscenza di un cartello che controllavaicontrattifognarinel- lacittàdiMontréal,alqualepote- vanoaderiresolopocheimprese. Quando per “sbaglio” vinceva un’azienda esterna al gruppo, arrivavano le pressioni e si era costretti a ritirare l’offerta. Lacom- missioneCharbonneauèriuscita adefinirelastrategiaadottatanel corso delle trattative delle gare d’appalto. Da un lato, i prezzi deipreventivivenivanogonfiati anchedel70%,dall’altrosisotto- stimava il valore dei terreni. Sottoaccusasonofinitebensette imprese e numerosi (e facolto- si) costruttori. In primis Paolo Catania, anche lui originario di Cattolica Eraclea, filmato du- rante un incontro con il boss Nick Rizzuto nel suo quartier generale, mentre nascondeva grosse somme di denaro nelle calze. Altro magnate chiamato in causa è Tony Accurso, pro- prietariodella“Simard-Beaudry Construction” e di circa 60 ditte satellite. Poi ci sono gli impren- ditoriGiuseppe“Joe”Borsellino e Nicolò Milioto. Gli inquirenti sono venuti a conoscenza delle strategie affa- ristichegrazieagliappostamenti e alle intercettazioni che hanno dato vita all’operazione “Colos- seo”, risalente al 2006. Sono infatti stati filmati gli incontri al “Cosenza Social Club”, quartier generale della famiglia Rizzuto, dove diversi imprenditori si recavano per parlare con i com- ponenti del clan. Nel club dei Rizzuto si trattavano gli accordi per la spartizione degli appalti; mentre al “Club 357c”, in un lussuoso edificio al centro di Montréal,gliimprenditorientra- vanoincontattoconifunzionari pubblici per corromperli. Nel corso dell’inchiesta, le autorità sieranoavvalsedelletraduzioni di Angelo Cecere, che per oltre 26 anni ha lavorato nel reparto di criminologia del corpo mi- litare canadese, specializzato nella trascrizione ed interpre- tazione delle conversazioni intercettate. Una collaborazione termina- ta quando la Royal Canadian Mounted Police ha iniziato a sospettare dello stesso Cecere, decidendo di metterlo sotto sor- veglianza.Duranteipedinamen- ti, le autorità canadesi si sono rese conto che Cecere favoriva i Rizzuto, manipolando i testi delle traduzioni e incontrando uomini del clan per informarli degli sviluppi delle indagini. A casa dello stesso “traduttore” si recava spesso Nicola Di Marco, che per la famiglia gestiva un casinò clandestino a Montréal finanziato da Nick Rizzuto Jr., figlio del boss Vito. Nel 2007 la polizia ha arrestato Cecere incolpandolo di aver ostaco- lato le indagini e divulgato in- formazioni riservate. Durante la perquisizione in casa del “traduttore” è stato trovato un dischetto contenente alcuni file non ancora pubblicati nell’in- chiesta, diverse annotazioni e un documento con la dicitura “domande che gli avvocati po- trebbero fare”.
  • 4. Può un solo corpo di polizia di 28 mila uomini, sia pure leggendario come le Giubbe Rosse della Royal Canadian Mounted Police (Rcmp), garantire un adeguato standard di sicurezza in un grande paese come il Canada, con 34 milioni di abi- tanti, una superficie trentatré volte quelladell’Italia,ottomilachilometri di frontiera con gli Stati Uniti e 66 mila chilometri di costa pacifica e atlantica? Impresa estremamente ardua, quasi impossibile, riuscire solo a fronteggiare la criminalità in generale – e quella del narcotraffico inparticolare–diventatesemprepiù invasive e violente. Ilpano- rama criminale nel Paese dei Laghi è molto variegato. Gruppi di origi- ne asiatica – in particolare cinesi e thailandesi – primeggiano nella distribuzione di eroina, bande di motociclistichehannoilmonopolio nel commercio di marijuana e dro- ghe sintetiche, sodalizi dominicani e giamaicani, gruppi canadesi e gli immancabili “esperti” colombiani. Una citazione particolare va fatta per la criminalità mafiosa italiana presente da decenni a Toronto e a Montréal.LafamigliaRizzuto,storica alleatadeiCuntrera-Caruana,èancora dominante con la presenza del suo capo,ilsessantasettenneVitoRizzuto. “Don” Vito, terminata la condanna nelcarcerediDenver,daalcunimesi è tornato a casa a Montréal, dalla sua “famiglia”, intenzionato a non mollare gli affari iniziati sin dagli anniSettanta.Sispiegherebberocosì alcuni incontri riservati di “lavoro” avuti a gennaio, nella Repubblica Dominicana. Lontani, dunque, dal Canada, dopo una guerra di mafia: la criminalità organizzata irlandese alleata con gangs di motociclisti, insieme contro il “potere” dei Riz- zuto. Una contesa iniziata nel di- cembre2009,conl’omicidiodiNick Rizzuto avvenuto in pieno centro a Montréal, cui hanno fatto seguito (rispettivamente a maggio 2010 e giugno 2010) le “lupare bianche” di Paolo Renda, cognato di don Vito e di Agostino Centrera, padrino di Vito. A novembre dello stesso anno l’assassinio di Nicola Rizzuto, 86 anni, il patriarca della “famiglia”, ucciso, mentre era in cucina, da un cecchino appostato in un bosco nei pressidellasuaabitazione.Nel2011, esponenticanadesidella’ndrangheta e di Cosa nostra si accordano con l’intento di eliminare i Rizzuto per ottenere il controllo della piazza di Montréal. Prosegue quindi la scia di omicidi. Vengono uccisi Antonio Di Salvo, Lorenzo Lopresti e, infine, l’italocanadeseSalvatoreMantegna (soprannominatoil“bossbambino”), cresciuto in Sicilia e nel Bronx e diventato esponente di spicco della famiglia Bonanno. Per questo omi- cidiofinirannoincarcereDesjardins e l’irlandese Jack Arthur Simpson, autore materiale dell’omicidio. Lo stesso Raynald Desjardins (legato ai bikers degli Hells Angels) a gennaio era miracolosamente sfuggito a un agguato; pari sorte è toccata, il mese successivo,allamogliediun“socio” diRizzuto.Nelnovembre2012vengo- nouccisiilvecchioJosephDiMauro (un tempo vicino ai Rizzuto) e, due mesi più tardi (gennaio 2013), Gae- tano Gosselin, vicino a Desjardins. Questifattisanguinarirappresentano inquietanti segnali di come la lotta per il controllo del territorio non sia affatto conclusa. Perlacriminalità organizzata,naturalmente,ilfiorente mercato delle droghe continua a es- sere il principale obiettivo da tenere sottocontrollo.LaRcmp,nel2012,ha stimatoincirca15miliardididollari canadesiilvolumedidenaroriciclato provenientedalnarcotraffico.Ingen- ti gli ultimi sequestri di marijuana canadese (i dati non ancora ufficiali delloscorsoannoparlanodioltre40 tonnellate), per lo più proveniente dall’Ontario,QuébeceBritishColum- bia, coltivata in territori disabitati e areeimpervie.Notevolmenteaumen- tata la coltivazione della marjiuana (il consumo in Canada è tra i più alti nelmondo)nellecase,incapannoni, nelleserre(“indoorgrowoperation”), tecnica che consente una maggiore produzione (con conseguente mag- giore esportazione verso il mercato americano) e un prodotto con una più alta concentrazione di principio attivo. L’hashish è in prevalenza di provenienza giamaicana e indiana; nella zona di Vancouver è molto diffuso il “budder”, olio sintetizzato conun’altapercentualedithc.Ilcon- sumo di eroina resta su livelli bassi con sequestri che si sono attestati, mediamente, intorno ai cento chili annui(conunpicco,nel2009,di213 kg).Alsequestro,nellugliodel2007, dellaprimacoltivazionedioppionel paese, ha fatto seguito – nell’agosto 2011– quelloavvenutoaChilliwack (BritishColumbia):uncampodipoco menoditreettaricon500milapiante “curate” da due canadesi di origine indiana. Il mercato della cocaina ha registrato un’impennata nel 2009 . In tema di droghe sintetiche il Ca- nada continua a essere tra i maggiori produttori mondiali di ecstasy con prezzi molto concorrenziali (meno di dieci dollari a pillola) e con tec- niche di vendita molto “allettanti”, comerenderelepillole“glitter”,cioè luccicanti. Dai sequestri di oltre una tonnellatadel2007sièscesiamezza tonnellata nel 2009 per poi risalire intornoai700kgnel2012(datoancora non consolidato). Notevole anche la produzione di metamfetamine con esportazione di consistenti quanti- tativi verso i mercati giapponese e australiano.Accantoaquestomercato “tradizionale” delle droghe, se ne è sviluppandounaltrochevedediverse sostanze come Lsd, ketamina, Ghb (gamma hidroxy butirate), roypnol (derivatodallabenzodiazepina),khat (moltodiffusatralecomunitàetiope e yemenita) e una droga popolare, in pillole, chiamata “hagigat” (fusione delle parole “hagica” che in ebraico vuol dire “festeggiamento” e khat) e diffusa nella comunità israeliana. di Piero Innocenti Un rapporto del Centro Studi Strategici e Internazionali di Washington stima circa 950 gruppi criminali in Canada. Il traffico di stupefacenti risulta sempre più fiorente, mentre il contesto politico nazionale è più instabile. Uno scenario che giova alle mafie, tra le quali spicca quella italo-canadese