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Come e perché alcuni individui iniziano a
praticare attività fisica?
Determinanti psicologici dell’attività fisica
Prof. Luca Pietrantoni
Università di Bologna
luca.pietrantoni@unibo.it
Domande
• Come e perché alcuni individui iniziano a
praticare AF?
• Quali fattori personali contribuiscono a
diventare più attivi?
Teorie
• Teoria dell’autodeterminazione
• Teoria del comportamento pianificato
• Teoria dell’autoefficacia
• Teoria degli stadi del cambiamento
Self-determination theory
• Deci e Ryan (1985, 2000)
• teoria della motivazione umana più
applicata in modo estensivo all’esercizio
fisico
• Tre bisogni umani fondamentali:
1. competenza
2. autonomia
3. relazionalità
Motivazione intrinseca ed estrinseca
Dalla regolazione estrinseca a quella intrinseca
Item esempio del BREQ2
Associare item alla scala
1. “quando non faccio esercizio
fisico poi mi sento come in
colpa”
2. “pratico esercizio fisico perché
mi piace proprio ed è
divertente”
3. “sono uno di quelli a cui piace
stare in forma e fare esercizio”
4. “penso che fare esercizio
fisico sia una perdita di tempo”
5. “faccio esercizio fisico perché
il mio medico mi dice che
dovrei farlo”
6. “faccio esercizio fisico così
controllo meglio il diabete”
A. Demotivazione
B. Regolazione esterna
C. Regolazione introiettata
D. Regolazione identificata
(con gli scopi)
E. Regolazione integrata
(con l’identità)
F. Motivazione intrinseca
Continuum controllo-autonomia:
Punto principale
• le persone che hanno motivazioni
“autonome” (intrinseca e integrata) :
–svolgono attività fisica più
regolarmente
–quindi traggono maggiori benefici
fisici e psicologici dalla
partecipazione all’attività fisica.
Controllo vs. autonomia
• Chi fa AF per sfida personale o affiliazione
sociale (“voglio fare sport così sto con gli
amici”), ha più motivazioni “autonome”
– più impegno lungo termine
• Chi fa AF per apparenza o peso ha più
motivazione “controllate” (“devo fare
esercizio fisico per perdere peso”)
– meno impegno lungo termine
Esperimento di Thompson e Wankel (1980)
• Ad un gruppo di persone appena iscritte ad un centro fitness è stato
chiesto di scrivere una lista delle loro preferenze per le attività
proposte dal centro
• Sono tutte state assegnate alle attività che preferivano
• Sono state suddivise in due gruppi:
– nel primo caso è stato detto loro che il programma rispettava le loro preferenze
(gruppo “scelta”)
– nel secondo caso è stato riferito che il programma era standard (gruppo “non
scelta”)
• Nel gruppo “scelta”, le persone sono andate al centro fitness
molto più frequentemente nelle sei settimane successive
• In realtà in entrambi i gruppi le attività proposte rispecchiavano
quelle che avevano selezionato inizialmente
• Differenza in termini di “scelta percepita”
Ricompense e motivazione
• L’aspettativa di ricompense tangibili (es.,
soldi, trofei o borse di studio) ->
decremento della motivazione intrinseca
• “effetto di sovra giustificazione”: il
compito è ripetuto e portato a termine per
ottenere la ricompensa e non più per il suo
intrinseco valore
“bravo, finalmente l’hai
fatto come ti ho detto
che si deve fare”
“bravo, hai migliorato
rispetto all’altra volta”
Ricompense dell’istruttore (es., complimenti,
elogi) e motivazione intrinseca
• Ricompense con funzione “informativa” :
forniscono informazioni sulla competenza
dell’individuo
–la motivazione intrinseca è
amplificata
• Ricompense con funzione “controllante”:
ricordano il controllo esterno
• la motivazione intrinseca è
deteriorata
Come incrementare i tre bisogni
Self-talk e motivazione
intrinseca
–Motivazionali
–di auto-istruzione
–Negativi
19/08/17
Tipi di self-talk (dialogo interiore)
19/08/17
Positivi (motivazionali)
Facilita la prestazione aumentando la
fiducia in se stessi, il dispendio di
“dai”
“puoi farcela”
“continua”
19/08/17
Auto-istruzione
Facilita la prestazione focalizzando
l’attenzione e la concentrazione su
un tecnica corretta o strategia di
esecuzione
es., “devo stare attento a…”
“braccia tese”
“fissati sulla palla”
19/08/17
Negativi
• Autocritici
• Controproducenti
“Che stupidata che hai fatto”
Risultati delle ricerche
• Self- talk motivazionali associati a più
resistenza ed energia
• Self-talk in negativo (“non devo
distrarmi”) meno efficaci di quelli in
positivo (“devo concentrarmi”)
Cambiare self-talk
19/08/17
Event
(Environmental
stimulation)
Self-Talk
(Perception and
Evaluation)
Response
(Emotional,
Physiological,
Behavioural)
Missing an
important shot
during a tennis
match
“What an idiot I
am- I will never
win now”
Anger,
hopelessness,
increased muscle
tension
Missing an
important shot
during a tennis
match
“Keep your eye on
the ball, this match
isn’t over”
Better
concentration,
optimism, calmness
Che differenza c’è?
• «»
“voglio arrivare
tra i primi cento”
«voglio arrivare
entro il tempo X»
Quando pensiamo a risultati, pensiamo a cosa abbiamo
fatto in passato o a cosa hanno fatto gli altri?
vs.
“”
“ho fatto
meglio/peggio
dell’altra persona”
“ho fatto
meglio/peggio di
quello ho fatto due
mesi fa”
Due tipi di orientamenti
Orientamento alla padronanza
e alla competizione
• Uomini e più giovani, maggiore
orientamento alla competizione
• Orientamenti sono presenti
simultaneamente e contesto-specifici
• In un contesto di HEPA, orientamento alla
padronanza predice meglio adesione al
programma
Orientamento al compito
o alla protezione di Sé?
• orientamento al compito o alla protezione di Sé possono
co-esistere nella stessa persona
• i bambini tendono a essere più orientati al compito
• gli adolescenti sono più orientati alla protezione
dell’immagine di sé
• gli uomini, rispetto alle donne, tendono a essere più
orientati a primeggiare che a confrontarsi con i propri
standard
• negli sport competitivi un orientamento alla protezione di
sé è parte di un atteggiamento «vincente»
Task-oriented Ego-oriented
Criterio di
valutazione
Prestazioni personali
passate
Confronto con gli
altri
Spiegazione di un
successo
Pratica e sviluppo di
abilità
Talento personale,
caso
Risposta al
fallimento
Perseveranza Non accettazione
Teoria del comportamento pianificato
• Approccio social cognition
• l’essere umano elabora le informazioni disponibili, calibra
costi e benefici di un suo potenziale comportamento, si
forma atteggiamenti e opinioni e poi decide come agire
• in che misura le persone che hanno un atteggiamento
positivo verso l’attività fisica e che la reputano salutare e
piacevole, poi alla fine la praticano concretamente?
• Quando e come una convinzione si trasforma in azione?
Teoria del comportamento pianificato
• l'atteggiamento : credenze sulle conseguenze
positive e negative del comportamento
• le norme soggettive, valutazione del
comportamento da parte di persone della propria
cerchia sociale quali amici, partner, genitori,
medici
• il controllo comportamentale, convinzione di
avere il controllo sull'esecuzione del
comportamento in oggetto
Teoria del comportamento pianificato
Atteggiamento
“nuotare è rilassante”
Norme sociali
“i miei amici pensano che debba
imparare/andare con loro a nuotare”
Percezione del controllo
sul comportamento
“andare a nuotare non è così complicato”
Intenzione
“Ho intenzione
di fare nuoto”
Comportamento
“Vado a nuotare”
Relazione debole
fra norme sociali e
intenzione
(Hagger, Chatzisarantis, Biddle, 2002
Valutazione affettiva dell’AF
• Forte predittore
• l’insieme dei giudizi riguardo al livello di
piacere/dispiacere, divertimento e altri stati
emotivi che ci si aspetta di sperimentare
facendo AF
– aspettative affettive future (“mi aspetto che facendo
attività fisica mi divertirò”)
– valutazioni passate (“è stato piacevole svolgere
attività fisica”)
– esperienze emotive direttamente associate all’attività
fisica (“l’attività fisica mi rende felice”).
Come migliorare la valutazione affettiva
dell’AF?
• Accorgimenti ambientali o esperienziali
• Es: scegliendo appropriatamente la musica (es.,
quella preferita), mescolando i tipi di attività
(aerobica e di forza), ricercando un ambiente
fisico piacevole (es., parco).
• E’ più facile che le persone cambino la propria
valutazione affettiva attraverso l’esperienza
stessa che non attraverso messaggi persuasivi
o informazioni esterne
Relazione tra intenzione e comportamento
• Non sempre le nostre intenzioni si trasformano
in comportamento
• “intenzioni di implementazione” (Gollwitzer,
1999): strategie autoregolatorie che riguardano
la formulazione di specifici piani di azione in cui
si precisa quando, dove e come l’azione
prenderà forma
Intenzione implementativa
• Se una persona sedentaria ha intenzione
di muoversi di più nel tragitto casa-lavoro
e ha in mente quando farlo (quali giorni
della settimana), dove (quale tragitto fare)
e in che modo (andare in bici o a piedi
per un pezzo del tragitto)
• è molto probabile che la persona
concretizzi le sue intenzioni
Intenzione implementativa
• la pianificazione del “dove” e del “quando”
rafforza l’associazione mentale tra
rappresentazioni della situazione e
rappresentazioni dell’azione
• questo incrementa le possibilità di “notare” le
opportunità per iniziare l’azione
– Es.: associazione tra “mattina” e “spiaggia” al
concetto di “corsa”: appena vedrà una spiaggia la
mattina presto vedrà subito delle opportunità per
godersi una bella corsa
Teoria dell’autopercezione di Bem
• i nostri atteggiamenti sono determinati
dai nostri comportamenti
• “Se mangio il pane integrale, mi deve
piacere il pane integrale” diceva Bem
• Indurre a “provare” un’esperienza
contribuisce alla percezione diretta e al
cambiamento dell’atteggiamento
Teoria della dissonanza cognitiva
• Una persona è convinta che l’attività fisica sia
rilevante per la sua salute ma non la pratica.
– Stato di dissonanza che cerca di ridurre: Es., «non è vero
che l’attività fisica faccia bene, conosco tanta gente che
non la pratica e ha una salute di ferro»
• Una persona ha un’idea positiva verso l’attività
fisica e per qualche ragione la interrompe
– Dissonanza che riduce con giustificazioni «cosa vuoi che
sia, se sto fermo per un po’ non cambia niente» o «non
voglio sovraccaricarmi»
Teorie
• Teoria dell’autodeterminazione
• Teoria del comportamento pianificato
• Teoria dell’autoefficacia
• Teoria degli stadi del cambiamento
Autoefficacia
• Teoria di Bandura
• il grado in cui i soggetti sono convinti delle proprie
capacità di eseguire il corso di azioni necessario a
raggiungere un risultato desiderato
• Auto-efficacia “generale”: importante quando il
soggetto si confronta con una decisione nuova, come
l’opportunità di provare una nuova pratica sportiva.
• Auto-efficacia “specifica”:
– variabilità intra-individuale
– autoefficacia predittiva del comportamento specifico
Misurazione dell’auto-efficacia specifica
nell’AF
“Quanto sei convinto della tua abilità a riuscire a seguire il
programma di attività fisica?”
“Sei convinto di continuare a fare attività fisica quando ti
trovi in situazioni del tipo…..
….hai molte cose da fare?
…c’è brutto tempo (es., piove, è freddo)?
…..sei stanco?
….sei di cattivo umore?”
Se hai risposto sì a tutte le domande, il tuo livello di
autoefficacia è elevato.
Esercizio
Un utente vi dice: “non ce la faccio a fare
questo esercizio” o “questo esercizio non fa
per me”
Cosa potrebbe portare a migliorare la sua
autoefficacia per tale esercizio?
Determinanti dell’auto-efficacia
1. Conseguimento della prestazione
2. Esperienza vicaria
3. Persuasione verbale e sociale
4. Stato fisiologico
1. Conseguimento della prestazione
• Riuscire in un azione rappresenta un
esperienza personale diretta che modifica
la percezione di autoefficacia.
• Progressione nella acquisizione dell’abilità
motoria
• Ruolo delle prime esperienze di attività
fisica
2. lmitazione e esperienza vicaria
• Autoefficacia sviluppata attraverso
l’osservazione dei successi e dei fallimenti altrui,
in particolare se la persona non ha nessuna
esperienza personale.
• “Se ce l’ha fatta lui, ce la posso fare anche io”
• Più efficace se i “modelli di riferimento” sono
simili (es., persona obesa che guarda altre
persone obese che riescono a fare l’esercizio)
3. Persuasione verbale e sociale
• Messaggi di altri (“quell’azione è
facile da fare”)
• modalità meno efficace rispetto alle
due precedenti
4. Giudizio sullo stato fisiologico
• Una persona sviluppa autoefficacia quando
osserva su se stessa un adattamento del proprio
stato fisiologico:
• Es., una riduzione dell’attività cardiaca quando si
allena progressivamente sul tapis roulant
• Feedback sui propri parametri corporei
Effetto di generalizzazione dell’autoefficacia
• pazienti post infartuati prima e dopo un
programma di corse sul tapis roulant
• Dopo la corsa, i pazienti avevano migliorato la
loro convinzione di poter riuscire a correre ma
anche avevano migliorato la loro fiducia nel
riuscire a fare sforzo fisico, attività sessuale
e camminate.
• uno degli ostacoli all’attività fisica in questi
pazienti è propria una scarsa fiducia legata
alla paura di fare “pericolosi” sforzi fisici
0 10 20 30 40 50 60
Walk
Run
Climb
Sex
Lift
Exertion
%SEChange
Increases in self-efficacy after treadmill
running for post-MI men (Ewart et al., 1983)
La teoria degli stadi del cambiamento
• il cambiamento di un comportamento dannoso per la
salute non è di tipo “tutto o niente” ma è il passaggio da
uno stadio motivazionale all’altro.
• Gli stadi riflettono sia un processo temporale che
motivazionale del cambiamento.
• in qualsiasi punto può verificarsi un arretramento, una
sorta di “ricaduta” che riporta la persona agli stadi
precedenti
• Il tempo di permanenza individuale in ciascuno stadio è
variabile, ma i compiti da eseguire per passare a quello
successivo sono gli stessi
Stadi
Rappresentano periodi e descrizione
caratteristiche comportamentali del soggetto.
•Precontemplazione
•Contemplazione
•Preparazione/Determinazione
•Azione
•Mantenimento
•Ricaduta
Precontemplazione
• Nessuna intenzione di
voler cambiare
• Nessuna azione prevista
nel prossimo futuro
• Il soggetto è
inconsapevole del
problema/ bisogno
• Resistenza al
cambiamento
“Non ne ho nessuna intenzione!”
Contemplazione
• Intenzione a cambiare
nel prossimo futuro
• Consapevole dei
benefici (es., “ne vale la
pena”) ma anche delle
difficoltà e dei costi
psicologici e materiali
implicati nel
cambiamento
“Forse tra qualche mese
lo farò tra qualche
mese…”
Bilancia decisionale
Bilancia decisionale
Why I should not start
exercising
Rat
e
Why I should start
exercising
Rat
e
I would miss ‘’ on TV 3 I would feel more sexy if I
lost my love handles
5
I don’t like being sweaty 5 I could buy a new wardrobe
for summer
3
I wouldn’t have time to mark
the students papers
1 I could eat more food 5
I would feel all sore the next
day
5 I’d feel better about myself 2
Total Score 14 Total Score 15
Determinazione/Preparazione
• Intenzione ferma a
intraprendere l’azione
• Il soggetto ha un’idea
progettuale su “come fare”, è
convinto che i benefici sono
maggiori dei costi (o i costi
troppo alti)
• è pronto a iniziare un
eventuale trattamento o a
rivolgersi ad un
professionista
“Penso di farlo a breve”
Azione
• Il soggetto modifica
un suo
comportamento
specifico
• Progressivamente
lo inserisce nel
suo repertorio
comportamentale
“L’ho già fatto”
Mantenimento
• Azione continuativa ed
effettiva per almeno 6
mesi
• Sempre meno sforzi per
evitare le “ricadute”
• Sviluppo
dell’autoefficacia
• Fase finale di “termine”
(dopo 2 anni di AF
regolare)
Ricadere è sempre possibile!
Precontemplazione
Preparazione
Contemplazione
Mantenimento
Azione
Ricaduta
In che stadio sono?
1. “voglio fare più attività fisica e mi sto
informando su corsi e palestre”
2. “vorrei fare più attività fisica ma io sono pigro”
3. “Lo sport non fa per me, mi piace proprio stare
a casa a non far niente”
4. “Dopo 2 mesi che andavo in piscina, dopo che
mi sono infortunato ho smesso di andare e poi
ho perso la voglia di andarci penso che non ci
andrò più”
Quale approccio in baso allo stadio del cliente?
1. Aiutare a pensare ad attività fisiche
alternative se ci sono condizioni
difficili (es., piove, in viaggio,
impegni)
2. Analizzare cosa cambierebbe in
meglio o in peggio se si inizia
l’attività fisica”
3. Dare informazioni sui benefici
dell’AF sulla salute in modo non
giudicante”
4. Dare consigli pratici per iniziare
l’attività, informazioni relative ai
costi di un abbonamento o orari
migliori per allenarsi
PRECONTEMPLAZIONE
CONTEMPLAZIONE
PREPARAZIONE
AZIONE/MANTENIMENTO
Ricaduta
• La maggior parte delle persone che inizia
un programma di allenamento fisico, lo
lascia entro i primi 6 mesi
• Gli individui che sono stati regolarmente
attivi per più di 6 mesi (fase di
mantenimento) hanno un rischio minore di
abbandono
Il modello della prevenzione delle ricadute
(Marlatt, 1985)
• La persona attiva si può trovare in
situazioni ad alto rischio che minacciano la
sua capacità di autocontrollo, particolari
stati emotivi (es., stanchezza,
depressione) e pressioni sociali (es.,
impegni lavorativi eccezionali).
• L’esito dipende dalle strategie di coping
“effetto di violazione della non aderenza”
• dalla “ricaduta” episodica alla “ricaduta”
definitiva
• Accade quando il cambiamento di
comportamento è interpretato in modo
dicotomico bianco-nero, tutto-nulla e non come
processo progressivo di apprendimento fatto di
tentativi ed errori
Esempio
• un uomo ha fatto l’abbonamento in una
palestra concordando con l’istruttore un
programma di tre allenamenti settimanali,
tuttavia appena ne salta uno o due e non
riesce a rispettare fedelmente il
programma si sente legittimato a non
andar più poiché ha “violato”
definitivamente il suo patto.
Due possibili interpretazioni
della “ricaduta” episodica (ritorno alla sedentarietà)
• “sono comunque diventato
una persona attiva e ne
trarrò dei benefici, anche se
non rispetto alla lettera il
programma”
• “non ho rispetto il
programma, ho
vanificato tutto!”
PIU’ PROBABILE
RICADUTA DEFINITIVA
Prevenire l’abbandono
• assistere le persone coinvolte in un
programma a prevenire gli infortuni, causa
frequente di ritorno nella sedentarietà
• aiutare ad anticipare le difficoltà che
potrebbero subentrare in futuro (es.,
stress, vacanze, ecc.) e sviluppare
strategie produttive per superarle (es.,
gestione del tempo)
Come e perché alcuni individui iniziano a
praticare attività fisica?
Determinanti psicologici dell’attività fisica
Prof. Luca Pietrantoni
Università di Bologna
luca.pietrantoni@unibo.it

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Determinanti psicologici dell'attività fisica

  • 1. Come e perché alcuni individui iniziano a praticare attività fisica? Determinanti psicologici dell’attività fisica Prof. Luca Pietrantoni Università di Bologna luca.pietrantoni@unibo.it
  • 2. Domande • Come e perché alcuni individui iniziano a praticare AF? • Quali fattori personali contribuiscono a diventare più attivi?
  • 3. Teorie • Teoria dell’autodeterminazione • Teoria del comportamento pianificato • Teoria dell’autoefficacia • Teoria degli stadi del cambiamento
  • 4. Self-determination theory • Deci e Ryan (1985, 2000) • teoria della motivazione umana più applicata in modo estensivo all’esercizio fisico • Tre bisogni umani fondamentali: 1. competenza 2. autonomia 3. relazionalità
  • 6. Dalla regolazione estrinseca a quella intrinseca
  • 7. Item esempio del BREQ2 Associare item alla scala 1. “quando non faccio esercizio fisico poi mi sento come in colpa” 2. “pratico esercizio fisico perché mi piace proprio ed è divertente” 3. “sono uno di quelli a cui piace stare in forma e fare esercizio” 4. “penso che fare esercizio fisico sia una perdita di tempo” 5. “faccio esercizio fisico perché il mio medico mi dice che dovrei farlo” 6. “faccio esercizio fisico così controllo meglio il diabete” A. Demotivazione B. Regolazione esterna C. Regolazione introiettata D. Regolazione identificata (con gli scopi) E. Regolazione integrata (con l’identità) F. Motivazione intrinseca
  • 9.
  • 10. Punto principale • le persone che hanno motivazioni “autonome” (intrinseca e integrata) : –svolgono attività fisica più regolarmente –quindi traggono maggiori benefici fisici e psicologici dalla partecipazione all’attività fisica.
  • 11. Controllo vs. autonomia • Chi fa AF per sfida personale o affiliazione sociale (“voglio fare sport così sto con gli amici”), ha più motivazioni “autonome” – più impegno lungo termine • Chi fa AF per apparenza o peso ha più motivazione “controllate” (“devo fare esercizio fisico per perdere peso”) – meno impegno lungo termine
  • 12. Esperimento di Thompson e Wankel (1980) • Ad un gruppo di persone appena iscritte ad un centro fitness è stato chiesto di scrivere una lista delle loro preferenze per le attività proposte dal centro • Sono tutte state assegnate alle attività che preferivano • Sono state suddivise in due gruppi: – nel primo caso è stato detto loro che il programma rispettava le loro preferenze (gruppo “scelta”) – nel secondo caso è stato riferito che il programma era standard (gruppo “non scelta”) • Nel gruppo “scelta”, le persone sono andate al centro fitness molto più frequentemente nelle sei settimane successive • In realtà in entrambi i gruppi le attività proposte rispecchiavano quelle che avevano selezionato inizialmente • Differenza in termini di “scelta percepita”
  • 13. Ricompense e motivazione • L’aspettativa di ricompense tangibili (es., soldi, trofei o borse di studio) -> decremento della motivazione intrinseca • “effetto di sovra giustificazione”: il compito è ripetuto e portato a termine per ottenere la ricompensa e non più per il suo intrinseco valore
  • 14. “bravo, finalmente l’hai fatto come ti ho detto che si deve fare” “bravo, hai migliorato rispetto all’altra volta”
  • 15. Ricompense dell’istruttore (es., complimenti, elogi) e motivazione intrinseca • Ricompense con funzione “informativa” : forniscono informazioni sulla competenza dell’individuo –la motivazione intrinseca è amplificata • Ricompense con funzione “controllante”: ricordano il controllo esterno • la motivazione intrinseca è deteriorata
  • 16. Come incrementare i tre bisogni
  • 19. 19/08/17 Positivi (motivazionali) Facilita la prestazione aumentando la fiducia in se stessi, il dispendio di “dai” “puoi farcela” “continua”
  • 20. 19/08/17 Auto-istruzione Facilita la prestazione focalizzando l’attenzione e la concentrazione su un tecnica corretta o strategia di esecuzione es., “devo stare attento a…” “braccia tese” “fissati sulla palla”
  • 22. Risultati delle ricerche • Self- talk motivazionali associati a più resistenza ed energia • Self-talk in negativo (“non devo distrarmi”) meno efficaci di quelli in positivo (“devo concentrarmi”)
  • 24. 19/08/17 Event (Environmental stimulation) Self-Talk (Perception and Evaluation) Response (Emotional, Physiological, Behavioural) Missing an important shot during a tennis match “What an idiot I am- I will never win now” Anger, hopelessness, increased muscle tension Missing an important shot during a tennis match “Keep your eye on the ball, this match isn’t over” Better concentration, optimism, calmness
  • 25. Che differenza c’è? • «» “voglio arrivare tra i primi cento” «voglio arrivare entro il tempo X»
  • 26. Quando pensiamo a risultati, pensiamo a cosa abbiamo fatto in passato o a cosa hanno fatto gli altri? vs. “” “ho fatto meglio/peggio dell’altra persona” “ho fatto meglio/peggio di quello ho fatto due mesi fa”
  • 27. Due tipi di orientamenti
  • 28. Orientamento alla padronanza e alla competizione • Uomini e più giovani, maggiore orientamento alla competizione • Orientamenti sono presenti simultaneamente e contesto-specifici • In un contesto di HEPA, orientamento alla padronanza predice meglio adesione al programma
  • 29. Orientamento al compito o alla protezione di Sé? • orientamento al compito o alla protezione di Sé possono co-esistere nella stessa persona • i bambini tendono a essere più orientati al compito • gli adolescenti sono più orientati alla protezione dell’immagine di sé • gli uomini, rispetto alle donne, tendono a essere più orientati a primeggiare che a confrontarsi con i propri standard • negli sport competitivi un orientamento alla protezione di sé è parte di un atteggiamento «vincente»
  • 30. Task-oriented Ego-oriented Criterio di valutazione Prestazioni personali passate Confronto con gli altri Spiegazione di un successo Pratica e sviluppo di abilità Talento personale, caso Risposta al fallimento Perseveranza Non accettazione
  • 31. Teoria del comportamento pianificato • Approccio social cognition • l’essere umano elabora le informazioni disponibili, calibra costi e benefici di un suo potenziale comportamento, si forma atteggiamenti e opinioni e poi decide come agire • in che misura le persone che hanno un atteggiamento positivo verso l’attività fisica e che la reputano salutare e piacevole, poi alla fine la praticano concretamente? • Quando e come una convinzione si trasforma in azione?
  • 32. Teoria del comportamento pianificato • l'atteggiamento : credenze sulle conseguenze positive e negative del comportamento • le norme soggettive, valutazione del comportamento da parte di persone della propria cerchia sociale quali amici, partner, genitori, medici • il controllo comportamentale, convinzione di avere il controllo sull'esecuzione del comportamento in oggetto
  • 33. Teoria del comportamento pianificato Atteggiamento “nuotare è rilassante” Norme sociali “i miei amici pensano che debba imparare/andare con loro a nuotare” Percezione del controllo sul comportamento “andare a nuotare non è così complicato” Intenzione “Ho intenzione di fare nuoto” Comportamento “Vado a nuotare” Relazione debole fra norme sociali e intenzione (Hagger, Chatzisarantis, Biddle, 2002
  • 34. Valutazione affettiva dell’AF • Forte predittore • l’insieme dei giudizi riguardo al livello di piacere/dispiacere, divertimento e altri stati emotivi che ci si aspetta di sperimentare facendo AF – aspettative affettive future (“mi aspetto che facendo attività fisica mi divertirò”) – valutazioni passate (“è stato piacevole svolgere attività fisica”) – esperienze emotive direttamente associate all’attività fisica (“l’attività fisica mi rende felice”).
  • 35. Come migliorare la valutazione affettiva dell’AF? • Accorgimenti ambientali o esperienziali • Es: scegliendo appropriatamente la musica (es., quella preferita), mescolando i tipi di attività (aerobica e di forza), ricercando un ambiente fisico piacevole (es., parco). • E’ più facile che le persone cambino la propria valutazione affettiva attraverso l’esperienza stessa che non attraverso messaggi persuasivi o informazioni esterne
  • 36. Relazione tra intenzione e comportamento • Non sempre le nostre intenzioni si trasformano in comportamento • “intenzioni di implementazione” (Gollwitzer, 1999): strategie autoregolatorie che riguardano la formulazione di specifici piani di azione in cui si precisa quando, dove e come l’azione prenderà forma
  • 37. Intenzione implementativa • Se una persona sedentaria ha intenzione di muoversi di più nel tragitto casa-lavoro e ha in mente quando farlo (quali giorni della settimana), dove (quale tragitto fare) e in che modo (andare in bici o a piedi per un pezzo del tragitto) • è molto probabile che la persona concretizzi le sue intenzioni
  • 38. Intenzione implementativa • la pianificazione del “dove” e del “quando” rafforza l’associazione mentale tra rappresentazioni della situazione e rappresentazioni dell’azione • questo incrementa le possibilità di “notare” le opportunità per iniziare l’azione – Es.: associazione tra “mattina” e “spiaggia” al concetto di “corsa”: appena vedrà una spiaggia la mattina presto vedrà subito delle opportunità per godersi una bella corsa
  • 39. Teoria dell’autopercezione di Bem • i nostri atteggiamenti sono determinati dai nostri comportamenti • “Se mangio il pane integrale, mi deve piacere il pane integrale” diceva Bem • Indurre a “provare” un’esperienza contribuisce alla percezione diretta e al cambiamento dell’atteggiamento
  • 40. Teoria della dissonanza cognitiva • Una persona è convinta che l’attività fisica sia rilevante per la sua salute ma non la pratica. – Stato di dissonanza che cerca di ridurre: Es., «non è vero che l’attività fisica faccia bene, conosco tanta gente che non la pratica e ha una salute di ferro» • Una persona ha un’idea positiva verso l’attività fisica e per qualche ragione la interrompe – Dissonanza che riduce con giustificazioni «cosa vuoi che sia, se sto fermo per un po’ non cambia niente» o «non voglio sovraccaricarmi»
  • 41. Teorie • Teoria dell’autodeterminazione • Teoria del comportamento pianificato • Teoria dell’autoefficacia • Teoria degli stadi del cambiamento
  • 42. Autoefficacia • Teoria di Bandura • il grado in cui i soggetti sono convinti delle proprie capacità di eseguire il corso di azioni necessario a raggiungere un risultato desiderato • Auto-efficacia “generale”: importante quando il soggetto si confronta con una decisione nuova, come l’opportunità di provare una nuova pratica sportiva. • Auto-efficacia “specifica”: – variabilità intra-individuale – autoefficacia predittiva del comportamento specifico
  • 43. Misurazione dell’auto-efficacia specifica nell’AF “Quanto sei convinto della tua abilità a riuscire a seguire il programma di attività fisica?” “Sei convinto di continuare a fare attività fisica quando ti trovi in situazioni del tipo….. ….hai molte cose da fare? …c’è brutto tempo (es., piove, è freddo)? …..sei stanco? ….sei di cattivo umore?” Se hai risposto sì a tutte le domande, il tuo livello di autoefficacia è elevato.
  • 44. Esercizio Un utente vi dice: “non ce la faccio a fare questo esercizio” o “questo esercizio non fa per me” Cosa potrebbe portare a migliorare la sua autoefficacia per tale esercizio?
  • 45. Determinanti dell’auto-efficacia 1. Conseguimento della prestazione 2. Esperienza vicaria 3. Persuasione verbale e sociale 4. Stato fisiologico
  • 46.
  • 47. 1. Conseguimento della prestazione • Riuscire in un azione rappresenta un esperienza personale diretta che modifica la percezione di autoefficacia. • Progressione nella acquisizione dell’abilità motoria • Ruolo delle prime esperienze di attività fisica
  • 48. 2. lmitazione e esperienza vicaria • Autoefficacia sviluppata attraverso l’osservazione dei successi e dei fallimenti altrui, in particolare se la persona non ha nessuna esperienza personale. • “Se ce l’ha fatta lui, ce la posso fare anche io” • Più efficace se i “modelli di riferimento” sono simili (es., persona obesa che guarda altre persone obese che riescono a fare l’esercizio)
  • 49. 3. Persuasione verbale e sociale • Messaggi di altri (“quell’azione è facile da fare”) • modalità meno efficace rispetto alle due precedenti
  • 50. 4. Giudizio sullo stato fisiologico • Una persona sviluppa autoefficacia quando osserva su se stessa un adattamento del proprio stato fisiologico: • Es., una riduzione dell’attività cardiaca quando si allena progressivamente sul tapis roulant • Feedback sui propri parametri corporei
  • 51. Effetto di generalizzazione dell’autoefficacia • pazienti post infartuati prima e dopo un programma di corse sul tapis roulant • Dopo la corsa, i pazienti avevano migliorato la loro convinzione di poter riuscire a correre ma anche avevano migliorato la loro fiducia nel riuscire a fare sforzo fisico, attività sessuale e camminate. • uno degli ostacoli all’attività fisica in questi pazienti è propria una scarsa fiducia legata alla paura di fare “pericolosi” sforzi fisici
  • 52. 0 10 20 30 40 50 60 Walk Run Climb Sex Lift Exertion %SEChange Increases in self-efficacy after treadmill running for post-MI men (Ewart et al., 1983)
  • 53. La teoria degli stadi del cambiamento • il cambiamento di un comportamento dannoso per la salute non è di tipo “tutto o niente” ma è il passaggio da uno stadio motivazionale all’altro. • Gli stadi riflettono sia un processo temporale che motivazionale del cambiamento. • in qualsiasi punto può verificarsi un arretramento, una sorta di “ricaduta” che riporta la persona agli stadi precedenti • Il tempo di permanenza individuale in ciascuno stadio è variabile, ma i compiti da eseguire per passare a quello successivo sono gli stessi
  • 54. Stadi Rappresentano periodi e descrizione caratteristiche comportamentali del soggetto. •Precontemplazione •Contemplazione •Preparazione/Determinazione •Azione •Mantenimento •Ricaduta
  • 55. Precontemplazione • Nessuna intenzione di voler cambiare • Nessuna azione prevista nel prossimo futuro • Il soggetto è inconsapevole del problema/ bisogno • Resistenza al cambiamento “Non ne ho nessuna intenzione!”
  • 56.
  • 57. Contemplazione • Intenzione a cambiare nel prossimo futuro • Consapevole dei benefici (es., “ne vale la pena”) ma anche delle difficoltà e dei costi psicologici e materiali implicati nel cambiamento “Forse tra qualche mese lo farò tra qualche mese…”
  • 59. Bilancia decisionale Why I should not start exercising Rat e Why I should start exercising Rat e I would miss ‘’ on TV 3 I would feel more sexy if I lost my love handles 5 I don’t like being sweaty 5 I could buy a new wardrobe for summer 3 I wouldn’t have time to mark the students papers 1 I could eat more food 5 I would feel all sore the next day 5 I’d feel better about myself 2 Total Score 14 Total Score 15
  • 60. Determinazione/Preparazione • Intenzione ferma a intraprendere l’azione • Il soggetto ha un’idea progettuale su “come fare”, è convinto che i benefici sono maggiori dei costi (o i costi troppo alti) • è pronto a iniziare un eventuale trattamento o a rivolgersi ad un professionista “Penso di farlo a breve”
  • 61. Azione • Il soggetto modifica un suo comportamento specifico • Progressivamente lo inserisce nel suo repertorio comportamentale “L’ho già fatto”
  • 62. Mantenimento • Azione continuativa ed effettiva per almeno 6 mesi • Sempre meno sforzi per evitare le “ricadute” • Sviluppo dell’autoefficacia • Fase finale di “termine” (dopo 2 anni di AF regolare)
  • 63. Ricadere è sempre possibile! Precontemplazione Preparazione Contemplazione Mantenimento Azione Ricaduta
  • 64. In che stadio sono? 1. “voglio fare più attività fisica e mi sto informando su corsi e palestre” 2. “vorrei fare più attività fisica ma io sono pigro” 3. “Lo sport non fa per me, mi piace proprio stare a casa a non far niente” 4. “Dopo 2 mesi che andavo in piscina, dopo che mi sono infortunato ho smesso di andare e poi ho perso la voglia di andarci penso che non ci andrò più”
  • 65. Quale approccio in baso allo stadio del cliente? 1. Aiutare a pensare ad attività fisiche alternative se ci sono condizioni difficili (es., piove, in viaggio, impegni) 2. Analizzare cosa cambierebbe in meglio o in peggio se si inizia l’attività fisica” 3. Dare informazioni sui benefici dell’AF sulla salute in modo non giudicante” 4. Dare consigli pratici per iniziare l’attività, informazioni relative ai costi di un abbonamento o orari migliori per allenarsi PRECONTEMPLAZIONE CONTEMPLAZIONE PREPARAZIONE AZIONE/MANTENIMENTO
  • 66. Ricaduta • La maggior parte delle persone che inizia un programma di allenamento fisico, lo lascia entro i primi 6 mesi • Gli individui che sono stati regolarmente attivi per più di 6 mesi (fase di mantenimento) hanno un rischio minore di abbandono
  • 67. Il modello della prevenzione delle ricadute (Marlatt, 1985) • La persona attiva si può trovare in situazioni ad alto rischio che minacciano la sua capacità di autocontrollo, particolari stati emotivi (es., stanchezza, depressione) e pressioni sociali (es., impegni lavorativi eccezionali). • L’esito dipende dalle strategie di coping
  • 68. “effetto di violazione della non aderenza” • dalla “ricaduta” episodica alla “ricaduta” definitiva • Accade quando il cambiamento di comportamento è interpretato in modo dicotomico bianco-nero, tutto-nulla e non come processo progressivo di apprendimento fatto di tentativi ed errori
  • 69. Esempio • un uomo ha fatto l’abbonamento in una palestra concordando con l’istruttore un programma di tre allenamenti settimanali, tuttavia appena ne salta uno o due e non riesce a rispettare fedelmente il programma si sente legittimato a non andar più poiché ha “violato” definitivamente il suo patto.
  • 70. Due possibili interpretazioni della “ricaduta” episodica (ritorno alla sedentarietà) • “sono comunque diventato una persona attiva e ne trarrò dei benefici, anche se non rispetto alla lettera il programma” • “non ho rispetto il programma, ho vanificato tutto!” PIU’ PROBABILE RICADUTA DEFINITIVA
  • 71. Prevenire l’abbandono • assistere le persone coinvolte in un programma a prevenire gli infortuni, causa frequente di ritorno nella sedentarietà • aiutare ad anticipare le difficoltà che potrebbero subentrare in futuro (es., stress, vacanze, ecc.) e sviluppare strategie produttive per superarle (es., gestione del tempo)
  • 72. Come e perché alcuni individui iniziano a praticare attività fisica? Determinanti psicologici dell’attività fisica Prof. Luca Pietrantoni Università di Bologna luca.pietrantoni@unibo.it

Hinweis der Redaktion

  1. “non immaginare un grosso elefante grigio con un canarino giallo sulla proboscide” …
  2. Valutazione riguarda i 6 mesi successivi Vari strumenti di valutazione Il soggetto è non informato o mal informato rispetto al comportamento a rischio, oppure può aver fatto dei tentativi di cambiamento ed essere demoralizzato e aver perso fiducia nella propria concreta capacità di cambiare. Di solito i soggetti in questa fase evitano di leggere, parlare o pensare al comportamento a rischio. Sono i cosiddetti soggetti non motivati o resistenti al cambiamento.
  3. Rischio è la procastinazione – stasi nella fase di contemplazione
  4. BILANCIA DECISIONALE: valutazione dei pro e dei contro del cambiamento “da una parte ci sono vantaggi, dall’altra ci sono svantaggi” - soprattutto nella precontemplazione e contemplazione. È esperienza comune sentire in due modi distinti qualcosa o qualcuno. L’ambivalenza nell’ottica del colloquio motivazionale non è qualcosa da attaccare o un atteggiamento della persona su cui esercitare una pressione ma un fenomeno complesso normale, accettabile e comprensibile Metafora della bilancia o dell’altalena per illustrare il confitto dell’ambivalenza
  5. Se il passaggio in questo stadio avviene a seguito di una decisione "forte" presa al termine della fase di Contemplazione, è meno alto il rischio di ripensamenti durante la fase di Azione. DiClemente parla di "teachable moments", eventi importanti, transizioni nel ciclo di vita, che possono spingere/motivare un cambiamento (es. gravidanza, parto, ecc.) e che possono essere opportunamente "sfruttati"