Attività fisica: misurazione ed effetti sulla salute
Determinanti psicologici dell'attività fisica
1. Come e perché alcuni individui iniziano a
praticare attività fisica?
Determinanti psicologici dell’attività fisica
Prof. Luca Pietrantoni
Università di Bologna
luca.pietrantoni@unibo.it
2. Domande
• Come e perché alcuni individui iniziano a
praticare AF?
• Quali fattori personali contribuiscono a
diventare più attivi?
4. Self-determination theory
• Deci e Ryan (1985, 2000)
• teoria della motivazione umana più
applicata in modo estensivo all’esercizio
fisico
• Tre bisogni umani fondamentali:
1. competenza
2. autonomia
3. relazionalità
7. Item esempio del BREQ2
Associare item alla scala
1. “quando non faccio esercizio
fisico poi mi sento come in
colpa”
2. “pratico esercizio fisico perché
mi piace proprio ed è
divertente”
3. “sono uno di quelli a cui piace
stare in forma e fare esercizio”
4. “penso che fare esercizio
fisico sia una perdita di tempo”
5. “faccio esercizio fisico perché
il mio medico mi dice che
dovrei farlo”
6. “faccio esercizio fisico così
controllo meglio il diabete”
A. Demotivazione
B. Regolazione esterna
C. Regolazione introiettata
D. Regolazione identificata
(con gli scopi)
E. Regolazione integrata
(con l’identità)
F. Motivazione intrinseca
10. Punto principale
• le persone che hanno motivazioni
“autonome” (intrinseca e integrata) :
–svolgono attività fisica più
regolarmente
–quindi traggono maggiori benefici
fisici e psicologici dalla
partecipazione all’attività fisica.
11. Controllo vs. autonomia
• Chi fa AF per sfida personale o affiliazione
sociale (“voglio fare sport così sto con gli
amici”), ha più motivazioni “autonome”
– più impegno lungo termine
• Chi fa AF per apparenza o peso ha più
motivazione “controllate” (“devo fare
esercizio fisico per perdere peso”)
– meno impegno lungo termine
12. Esperimento di Thompson e Wankel (1980)
• Ad un gruppo di persone appena iscritte ad un centro fitness è stato
chiesto di scrivere una lista delle loro preferenze per le attività
proposte dal centro
• Sono tutte state assegnate alle attività che preferivano
• Sono state suddivise in due gruppi:
– nel primo caso è stato detto loro che il programma rispettava le loro preferenze
(gruppo “scelta”)
– nel secondo caso è stato riferito che il programma era standard (gruppo “non
scelta”)
• Nel gruppo “scelta”, le persone sono andate al centro fitness
molto più frequentemente nelle sei settimane successive
• In realtà in entrambi i gruppi le attività proposte rispecchiavano
quelle che avevano selezionato inizialmente
• Differenza in termini di “scelta percepita”
13. Ricompense e motivazione
• L’aspettativa di ricompense tangibili (es.,
soldi, trofei o borse di studio) ->
decremento della motivazione intrinseca
• “effetto di sovra giustificazione”: il
compito è ripetuto e portato a termine per
ottenere la ricompensa e non più per il suo
intrinseco valore
15. Ricompense dell’istruttore (es., complimenti,
elogi) e motivazione intrinseca
• Ricompense con funzione “informativa” :
forniscono informazioni sulla competenza
dell’individuo
–la motivazione intrinseca è
amplificata
• Ricompense con funzione “controllante”:
ricordano il controllo esterno
• la motivazione intrinseca è
deteriorata
20. 19/08/17
Auto-istruzione
Facilita la prestazione focalizzando
l’attenzione e la concentrazione su
un tecnica corretta o strategia di
esecuzione
es., “devo stare attento a…”
“braccia tese”
“fissati sulla palla”
22. Risultati delle ricerche
• Self- talk motivazionali associati a più
resistenza ed energia
• Self-talk in negativo (“non devo
distrarmi”) meno efficaci di quelli in
positivo (“devo concentrarmi”)
25. Che differenza c’è?
• «»
“voglio arrivare
tra i primi cento”
«voglio arrivare
entro il tempo X»
26. Quando pensiamo a risultati, pensiamo a cosa abbiamo
fatto in passato o a cosa hanno fatto gli altri?
vs.
“”
“ho fatto
meglio/peggio
dell’altra persona”
“ho fatto
meglio/peggio di
quello ho fatto due
mesi fa”
28. Orientamento alla padronanza
e alla competizione
• Uomini e più giovani, maggiore
orientamento alla competizione
• Orientamenti sono presenti
simultaneamente e contesto-specifici
• In un contesto di HEPA, orientamento alla
padronanza predice meglio adesione al
programma
29. Orientamento al compito
o alla protezione di Sé?
• orientamento al compito o alla protezione di Sé possono
co-esistere nella stessa persona
• i bambini tendono a essere più orientati al compito
• gli adolescenti sono più orientati alla protezione
dell’immagine di sé
• gli uomini, rispetto alle donne, tendono a essere più
orientati a primeggiare che a confrontarsi con i propri
standard
• negli sport competitivi un orientamento alla protezione di
sé è parte di un atteggiamento «vincente»
31. Teoria del comportamento pianificato
• Approccio social cognition
• l’essere umano elabora le informazioni disponibili, calibra
costi e benefici di un suo potenziale comportamento, si
forma atteggiamenti e opinioni e poi decide come agire
• in che misura le persone che hanno un atteggiamento
positivo verso l’attività fisica e che la reputano salutare e
piacevole, poi alla fine la praticano concretamente?
• Quando e come una convinzione si trasforma in azione?
32. Teoria del comportamento pianificato
• l'atteggiamento : credenze sulle conseguenze
positive e negative del comportamento
• le norme soggettive, valutazione del
comportamento da parte di persone della propria
cerchia sociale quali amici, partner, genitori,
medici
• il controllo comportamentale, convinzione di
avere il controllo sull'esecuzione del
comportamento in oggetto
33. Teoria del comportamento pianificato
Atteggiamento
“nuotare è rilassante”
Norme sociali
“i miei amici pensano che debba
imparare/andare con loro a nuotare”
Percezione del controllo
sul comportamento
“andare a nuotare non è così complicato”
Intenzione
“Ho intenzione
di fare nuoto”
Comportamento
“Vado a nuotare”
Relazione debole
fra norme sociali e
intenzione
(Hagger, Chatzisarantis, Biddle, 2002
34. Valutazione affettiva dell’AF
• Forte predittore
• l’insieme dei giudizi riguardo al livello di
piacere/dispiacere, divertimento e altri stati
emotivi che ci si aspetta di sperimentare
facendo AF
– aspettative affettive future (“mi aspetto che facendo
attività fisica mi divertirò”)
– valutazioni passate (“è stato piacevole svolgere
attività fisica”)
– esperienze emotive direttamente associate all’attività
fisica (“l’attività fisica mi rende felice”).
35. Come migliorare la valutazione affettiva
dell’AF?
• Accorgimenti ambientali o esperienziali
• Es: scegliendo appropriatamente la musica (es.,
quella preferita), mescolando i tipi di attività
(aerobica e di forza), ricercando un ambiente
fisico piacevole (es., parco).
• E’ più facile che le persone cambino la propria
valutazione affettiva attraverso l’esperienza
stessa che non attraverso messaggi persuasivi
o informazioni esterne
36. Relazione tra intenzione e comportamento
• Non sempre le nostre intenzioni si trasformano
in comportamento
• “intenzioni di implementazione” (Gollwitzer,
1999): strategie autoregolatorie che riguardano
la formulazione di specifici piani di azione in cui
si precisa quando, dove e come l’azione
prenderà forma
37. Intenzione implementativa
• Se una persona sedentaria ha intenzione
di muoversi di più nel tragitto casa-lavoro
e ha in mente quando farlo (quali giorni
della settimana), dove (quale tragitto fare)
e in che modo (andare in bici o a piedi
per un pezzo del tragitto)
• è molto probabile che la persona
concretizzi le sue intenzioni
38. Intenzione implementativa
• la pianificazione del “dove” e del “quando”
rafforza l’associazione mentale tra
rappresentazioni della situazione e
rappresentazioni dell’azione
• questo incrementa le possibilità di “notare” le
opportunità per iniziare l’azione
– Es.: associazione tra “mattina” e “spiaggia” al
concetto di “corsa”: appena vedrà una spiaggia la
mattina presto vedrà subito delle opportunità per
godersi una bella corsa
39. Teoria dell’autopercezione di Bem
• i nostri atteggiamenti sono determinati
dai nostri comportamenti
• “Se mangio il pane integrale, mi deve
piacere il pane integrale” diceva Bem
• Indurre a “provare” un’esperienza
contribuisce alla percezione diretta e al
cambiamento dell’atteggiamento
40. Teoria della dissonanza cognitiva
• Una persona è convinta che l’attività fisica sia
rilevante per la sua salute ma non la pratica.
– Stato di dissonanza che cerca di ridurre: Es., «non è vero
che l’attività fisica faccia bene, conosco tanta gente che
non la pratica e ha una salute di ferro»
• Una persona ha un’idea positiva verso l’attività
fisica e per qualche ragione la interrompe
– Dissonanza che riduce con giustificazioni «cosa vuoi che
sia, se sto fermo per un po’ non cambia niente» o «non
voglio sovraccaricarmi»
42. Autoefficacia
• Teoria di Bandura
• il grado in cui i soggetti sono convinti delle proprie
capacità di eseguire il corso di azioni necessario a
raggiungere un risultato desiderato
• Auto-efficacia “generale”: importante quando il
soggetto si confronta con una decisione nuova, come
l’opportunità di provare una nuova pratica sportiva.
• Auto-efficacia “specifica”:
– variabilità intra-individuale
– autoefficacia predittiva del comportamento specifico
43. Misurazione dell’auto-efficacia specifica
nell’AF
“Quanto sei convinto della tua abilità a riuscire a seguire il
programma di attività fisica?”
“Sei convinto di continuare a fare attività fisica quando ti
trovi in situazioni del tipo…..
….hai molte cose da fare?
…c’è brutto tempo (es., piove, è freddo)?
…..sei stanco?
….sei di cattivo umore?”
Se hai risposto sì a tutte le domande, il tuo livello di
autoefficacia è elevato.
44. Esercizio
Un utente vi dice: “non ce la faccio a fare
questo esercizio” o “questo esercizio non fa
per me”
Cosa potrebbe portare a migliorare la sua
autoefficacia per tale esercizio?
47. 1. Conseguimento della prestazione
• Riuscire in un azione rappresenta un
esperienza personale diretta che modifica
la percezione di autoefficacia.
• Progressione nella acquisizione dell’abilità
motoria
• Ruolo delle prime esperienze di attività
fisica
48. 2. lmitazione e esperienza vicaria
• Autoefficacia sviluppata attraverso
l’osservazione dei successi e dei fallimenti altrui,
in particolare se la persona non ha nessuna
esperienza personale.
• “Se ce l’ha fatta lui, ce la posso fare anche io”
• Più efficace se i “modelli di riferimento” sono
simili (es., persona obesa che guarda altre
persone obese che riescono a fare l’esercizio)
49. 3. Persuasione verbale e sociale
• Messaggi di altri (“quell’azione è
facile da fare”)
• modalità meno efficace rispetto alle
due precedenti
50. 4. Giudizio sullo stato fisiologico
• Una persona sviluppa autoefficacia quando
osserva su se stessa un adattamento del proprio
stato fisiologico:
• Es., una riduzione dell’attività cardiaca quando si
allena progressivamente sul tapis roulant
• Feedback sui propri parametri corporei
51. Effetto di generalizzazione dell’autoefficacia
• pazienti post infartuati prima e dopo un
programma di corse sul tapis roulant
• Dopo la corsa, i pazienti avevano migliorato la
loro convinzione di poter riuscire a correre ma
anche avevano migliorato la loro fiducia nel
riuscire a fare sforzo fisico, attività sessuale
e camminate.
• uno degli ostacoli all’attività fisica in questi
pazienti è propria una scarsa fiducia legata
alla paura di fare “pericolosi” sforzi fisici
52. 0 10 20 30 40 50 60
Walk
Run
Climb
Sex
Lift
Exertion
%SEChange
Increases in self-efficacy after treadmill
running for post-MI men (Ewart et al., 1983)
53. La teoria degli stadi del cambiamento
• il cambiamento di un comportamento dannoso per la
salute non è di tipo “tutto o niente” ma è il passaggio da
uno stadio motivazionale all’altro.
• Gli stadi riflettono sia un processo temporale che
motivazionale del cambiamento.
• in qualsiasi punto può verificarsi un arretramento, una
sorta di “ricaduta” che riporta la persona agli stadi
precedenti
• Il tempo di permanenza individuale in ciascuno stadio è
variabile, ma i compiti da eseguire per passare a quello
successivo sono gli stessi
54. Stadi
Rappresentano periodi e descrizione
caratteristiche comportamentali del soggetto.
•Precontemplazione
•Contemplazione
•Preparazione/Determinazione
•Azione
•Mantenimento
•Ricaduta
55. Precontemplazione
• Nessuna intenzione di
voler cambiare
• Nessuna azione prevista
nel prossimo futuro
• Il soggetto è
inconsapevole del
problema/ bisogno
• Resistenza al
cambiamento
“Non ne ho nessuna intenzione!”
56.
57. Contemplazione
• Intenzione a cambiare
nel prossimo futuro
• Consapevole dei
benefici (es., “ne vale la
pena”) ma anche delle
difficoltà e dei costi
psicologici e materiali
implicati nel
cambiamento
“Forse tra qualche mese
lo farò tra qualche
mese…”
59. Bilancia decisionale
Why I should not start
exercising
Rat
e
Why I should start
exercising
Rat
e
I would miss ‘’ on TV 3 I would feel more sexy if I
lost my love handles
5
I don’t like being sweaty 5 I could buy a new wardrobe
for summer
3
I wouldn’t have time to mark
the students papers
1 I could eat more food 5
I would feel all sore the next
day
5 I’d feel better about myself 2
Total Score 14 Total Score 15
60. Determinazione/Preparazione
• Intenzione ferma a
intraprendere l’azione
• Il soggetto ha un’idea
progettuale su “come fare”, è
convinto che i benefici sono
maggiori dei costi (o i costi
troppo alti)
• è pronto a iniziare un
eventuale trattamento o a
rivolgersi ad un
professionista
“Penso di farlo a breve”
61. Azione
• Il soggetto modifica
un suo
comportamento
specifico
• Progressivamente
lo inserisce nel
suo repertorio
comportamentale
“L’ho già fatto”
62. Mantenimento
• Azione continuativa ed
effettiva per almeno 6
mesi
• Sempre meno sforzi per
evitare le “ricadute”
• Sviluppo
dell’autoefficacia
• Fase finale di “termine”
(dopo 2 anni di AF
regolare)
63. Ricadere è sempre possibile!
Precontemplazione
Preparazione
Contemplazione
Mantenimento
Azione
Ricaduta
64. In che stadio sono?
1. “voglio fare più attività fisica e mi sto
informando su corsi e palestre”
2. “vorrei fare più attività fisica ma io sono pigro”
3. “Lo sport non fa per me, mi piace proprio stare
a casa a non far niente”
4. “Dopo 2 mesi che andavo in piscina, dopo che
mi sono infortunato ho smesso di andare e poi
ho perso la voglia di andarci penso che non ci
andrò più”
65. Quale approccio in baso allo stadio del cliente?
1. Aiutare a pensare ad attività fisiche
alternative se ci sono condizioni
difficili (es., piove, in viaggio,
impegni)
2. Analizzare cosa cambierebbe in
meglio o in peggio se si inizia
l’attività fisica”
3. Dare informazioni sui benefici
dell’AF sulla salute in modo non
giudicante”
4. Dare consigli pratici per iniziare
l’attività, informazioni relative ai
costi di un abbonamento o orari
migliori per allenarsi
PRECONTEMPLAZIONE
CONTEMPLAZIONE
PREPARAZIONE
AZIONE/MANTENIMENTO
66. Ricaduta
• La maggior parte delle persone che inizia
un programma di allenamento fisico, lo
lascia entro i primi 6 mesi
• Gli individui che sono stati regolarmente
attivi per più di 6 mesi (fase di
mantenimento) hanno un rischio minore di
abbandono
67. Il modello della prevenzione delle ricadute
(Marlatt, 1985)
• La persona attiva si può trovare in
situazioni ad alto rischio che minacciano la
sua capacità di autocontrollo, particolari
stati emotivi (es., stanchezza,
depressione) e pressioni sociali (es.,
impegni lavorativi eccezionali).
• L’esito dipende dalle strategie di coping
68. “effetto di violazione della non aderenza”
• dalla “ricaduta” episodica alla “ricaduta”
definitiva
• Accade quando il cambiamento di
comportamento è interpretato in modo
dicotomico bianco-nero, tutto-nulla e non come
processo progressivo di apprendimento fatto di
tentativi ed errori
69. Esempio
• un uomo ha fatto l’abbonamento in una
palestra concordando con l’istruttore un
programma di tre allenamenti settimanali,
tuttavia appena ne salta uno o due e non
riesce a rispettare fedelmente il
programma si sente legittimato a non
andar più poiché ha “violato”
definitivamente il suo patto.
70. Due possibili interpretazioni
della “ricaduta” episodica (ritorno alla sedentarietà)
• “sono comunque diventato
una persona attiva e ne
trarrò dei benefici, anche se
non rispetto alla lettera il
programma”
• “non ho rispetto il
programma, ho
vanificato tutto!”
PIU’ PROBABILE
RICADUTA DEFINITIVA
71. Prevenire l’abbandono
• assistere le persone coinvolte in un
programma a prevenire gli infortuni, causa
frequente di ritorno nella sedentarietà
• aiutare ad anticipare le difficoltà che
potrebbero subentrare in futuro (es.,
stress, vacanze, ecc.) e sviluppare
strategie produttive per superarle (es.,
gestione del tempo)
72. Come e perché alcuni individui iniziano a
praticare attività fisica?
Determinanti psicologici dell’attività fisica
Prof. Luca Pietrantoni
Università di Bologna
luca.pietrantoni@unibo.it
Hinweis der Redaktion
“non immaginare un grosso elefante grigio con un canarino giallo sulla proboscide” …
Valutazione riguarda i 6 mesi successivi
Vari strumenti di valutazione
Il soggetto è non informato o mal informato rispetto al comportamento a rischio, oppure può aver fatto dei tentativi di cambiamento ed essere demoralizzato e aver perso fiducia nella propria concreta capacità di cambiare. Di solito i soggetti in questa fase evitano di leggere, parlare o pensare al comportamento a rischio. Sono i cosiddetti soggetti non motivati o resistenti al cambiamento.
Rischio è la procastinazione – stasi nella fase di contemplazione
BILANCIA DECISIONALE:
valutazione dei pro e dei contro del cambiamento “da una parte ci sono vantaggi, dall’altra ci sono svantaggi” - soprattutto nella precontemplazione e contemplazione.
È esperienza comune sentire in due modi distinti qualcosa o qualcuno. L’ambivalenza nell’ottica del colloquio motivazionale non è qualcosa da attaccare o un atteggiamento della persona su cui esercitare una pressione ma un fenomeno complesso normale, accettabile e comprensibile
Metafora della bilancia o dell’altalena per illustrare il confitto dell’ambivalenza
Se il passaggio in questo stadio avviene a seguito di una decisione "forte" presa al termine della fase di Contemplazione, è meno alto il rischio di ripensamenti durante la fase di Azione.
DiClemente parla di "teachable moments", eventi importanti, transizioni nel ciclo di vita, che possono spingere/motivare un cambiamento (es. gravidanza, parto, ecc.) e che possono essere opportunamente "sfruttati"