2. About me
• Chi sono
§ 14 anni in Oracle (supporto, consulenza, prevendita)
§ 4 anni in Reply (development manager, senior manager)
§ Speaker per eventi marketing (sempre nel mondo ICT)
§ Blogger su Linkedin Pulse (Management & Leadership)
§ Fotografo per passione (da quando gli scatti erano max 36)
§ Qui parlo a nome personale
3. Agenda
• La storia
§ L’etica del lavoro (durante la prima e la seconda rivoluzione industriale)
§ La General Motors e la risposta della Toyota
• Il Presente
§ L’etica del lavoro (nella terza rivoluzione industriale)
§ La necessità di un nuovo management
§ Il manager è morto, lunga vita al leader
§ La Servant Leadership e la Lean Production
5. Etica protestante del lavoro
ü Il primo a parlare di etica protestante del
lavoro è Max Weber con il saggio: “L’etica
protestante e lo spirito del capitalismo”
ü Mette in relazione due fenomeni omogenei: la
mentalità religiosa calvinista e la mentalità
capitalista
ü Il lavoro e il successo che ne consegue
assicura il calvinista che "Dio è con lui", che
egli è l'eletto
ü Weber si è chiesto se è un caso che il
capitalismo si sia diffuso soprattutto nei paesi
anglosassoni
6. Etica cattolica del lavoro
ü La cultura del sacrificio (dove il lavoratore è
l’animale da sacrificare)
ü Il tempo come unità di misura del sacrificio
ü Il sacrificio come alibi
ü La gavetta è necessaria (tiè!)
7. Figli della Seconda Rivoluzione Industriale
ü Per intere generazioni, le fabbriche
automobilistiche sono state laboratorio e
palestra di:
ü Operai
ü Managers
ü Sindacalisti
ü Taylor e Ford tra i fondatori dello
schiavismo moderno
ü Una cultura ancora radicata in molti paesi
occidentali
8. Il contributo dell’Ing. Frederick Taylor
ü Nel 1911 l’ing. Frederick W. Taylor elaborò la
sua organizzazione scientifica del lavoro:
ü Più unità a minor costo possibile
ü Minor spreco possibile di energie
ü Suddivisione del lavoro in piccole unit per
trovare l’operaio specializzato
ü Manager con cronometro alla mano per
monitorare il processo e la produttività
dell’operaio
9. Il contributo dell’Ing. Henry Ford
ü Henry Ford entra in gioco con l’introduzione
della macchine e della tecnologia:
ü Nascita della catena di montaggio
ü Ulteriore semplificazione del lavoro
ü Minore specializzazione dell’operaio
ü Effetto collaterale: l’alienazione
ü Aumento del salario per compensare gli
effetti devastanti dell’alienazione
10. La risposta di Taiichi Ohno
ü Taiichi Ohno è l’ingegnere che ha introdotto la
Toyota Production System
ü Delineati 7 sprechi da evitare (difetti, sovra
produzione, attese, trasporti, movimenti,
processi inappropriati, inventario)
ü Delineato il concetto di Just In Time
ü “Il flusso deve gestire i processi, non è il
management a gestire il flusso”
11. La risposta di Taiichi Ohno
“Perché non rendere il lavoro più semplice e interessante
affinché le persone non debbano sudare? Lo stile
Toyota non è ottenere i risultati lavorando duramente. E’
un sistema che dice che non c’è limite alla creatività delle
persone. Le persone non vanno alla Toyota per
lavorare ma per pensare”
-- Taiichi Ohno
13. Etica hacker del lavoro
ü Definizione che viene dallo scrittore Steven Levy
che nel 1984 scrisse “Hackers: gli eroi della
rivoluzione informatica”
ü I prodotti degli hackers: il mondo digitale che
viviamo
ü Rispetto tribale verso tutti coloro che amano
ragionare, capire cosa c’è sotto il cofano,
smontare, rimontare, sperimentando, giocando
ü Visione ludica delle cose: detestano la burocrazia,
le password e il copyright
ü Gli hackers amano collaborare, riciclare il lavoro
altrui, abilitare l’intelligenza collettiva! Richard Stallman
14. La necessità di nuovo management
ü Per far abilitare lo spirito hacker il classico
manager è il problema non la soluzione
ü La tecnologia è sempre più complessa e
pretende sempre più intelligenza
ü E’ il team, il developer che sa meglio del
manager cosa bisogna fare
ü L’hacker, per rispondere a questa crescente
complessità, ha bisogno di spazio e creatività,
non che qualcuno gli dica come fare
ü Ora la tecnologia è il grimaldello del developer
contro i manager: è il riscatto di una intera
classe operaia
15. Il manager vale meno di un raspberry
ü La maggior parte dei compiti degli attuali
manager potrebbero essere automatizzati da
un software
ü Il manager sbaglia quando dice cosa
bisogna fare (non ne ha la competenza)
ü Il manager sbaglia quando non protegge il
proprio team e punta il dito contro
ü Il manager sbaglia quando fa tutto ruotare
attorno ai costi e ai ricavi e non punta sulle
persone
16. Il leader (servitore) è l’unica risposta
ü Il leader servitore ascolta con empatia le
persone e le aiuta
ü Il leader servitore agevola la vita al team, lo
protegge e lo aiuta
ü Il leader servitore deve mettere la propria
esperienza al fine di far crescere altri leader
ü Il leader servitore delega (controllando),
responsabilizza, da’ la completa ownership al
team
ü Il leader servitore deve rendere il luogo di
lavoro piacevole e rispettoso delle necessità
altrui
18. I 7 principi del Lean e la Servant Leadership
1. Eliminare gli sprechi: bassa qualità del codice, funzionalità non necessarie, requisiti incerti,
burocrazia…
2. Amplificare l’apprendimento: peer programming, workshop, training, etc
3. Decidere il più tardi possibile: aspettare fino a quando le ipotesi non si trasformano in fatti
4. Consegnare il più velocemente possibile: pretendere commitment del cliente, continuous
delivery, etc
5. Delegare al team: il leader deve saper ascoltare i developer
6. Integrità nella costruzione: il cliente deve avere del prodotto rispetto al modo con il quale viene
pubblicizzato e venduto
7. Vedere il tutto: che non è la semplice somma delle loro parti, ma anche il prodotto delle loro
interazioni