2. Dall'atrio del Duomo di Amalfi si accede all'incantevole Chiostro del Paradiso, uno degli edifici più noti e interessanti della cittadina. L'arcivescovo Filippo Augustariccio tra il 1266 ed il 1268, fece edificare il Chiostro Paradiso, un cimitero per i nobili della città attaccato alla basilica dell’ Assunta, collegato al palazzo arcivescovile e formato da un quadriportico con volte a crociera, archi acuti, colonnine binate ed archi intrecciati d’ influsso moresco (da qui il nome di Paradiso). In tale cimitero vi erano sei cappelle affrescate tra la fine del tredicesimo e gli inizi del XIV secolo. Esse appartenevano a nobili famiglie amalfitane ed ospitavano i sarcofaghi con i corpi dei loro illustri rappresentanti. Di questi sarcofaghi oggi ne restano cinque di significativa importanza: 1. il sarcofago che rappresenta ad altorilievo il “ratto di Proserpina”, un episodio della mitologia greca; 2. il sarcofago che rappresenta ad altorilievo le “nozze di Peleo e Teti” sulla superficie laterale e “Romolo e Remo allattati dalla lupa” ad uno dei capi, con l’ iscrizione medioevale “Cesarius de Alaneo de Amalfia... MCCXL”; 3. Il sarcofago romano del IV secolo d.C. che riporta il nome del decurione PublioOttavioRufo; 4. il sarcofago romano con scanalature “ad esse”, con lo stemma della famiglia amalfitana dei Favaro e con la croce di Amalfi (si trova ora nell’arsenale); 5. il sarcofago dell’ arcivescovo Pietro Capuano, morto nel 1359, che presenta le immagini scolpite della Madonna, di Cristo, dei Dodici Apostoli e dei Ss. vescovi Biagio e Basilio (ora altare maggiore della cattedrale). I primi due sarcofaghi risalgono al VI secolo a.C.; sono stati portati da Paestum e riutilizzati da nobili amalfitani del Medioevo. Gli altri due sono stati forse trovati in zona ed anch’essi reimpiegati. L’ affresco più importante del Chiostro è quello di scuola giottesca raffigurante la Crocifissione. Il ciclo pittorico continua nella vecchia cattedrale con le immagini di fine Duecento dei Ss. Cosma e Damiano, del Beato Gerardo Sasso in abiti di cavaliere angioino, della Madonna col Bambino. Basilica del Crocifisso La chiesa fu eretta nell’Alto Medioevo e restaurata nel periodo barocco , nel 1931 venne restaurata ulteriormente con l'eliminazione di sovrastrutture barocche, fu abbandonata per decenni e riaperta con un ennesimo restauro nel 1966 . L'interno, a tre navate divise da colonne reggenti archi rialzati, leggermente acuti sulla quale è posto un matroneo sono conservate opere risalenti al periodo gotico e alcuni sarcofagi romani, oltre ad alcuni resti di affreschi duecenteschi e a frammenti di mosaici provenienti dall'antica facciata della cattedrale. La maggior parte delle decorazioni sono state trasportate all'interno del museo diocesano. Situato all’interno dell’antica Basilica del Crocifisso (IX sec.) contigua al Duomo di Sant’Andrea (X sec.), il Museo Diocesano ospita una preziosa raccolta di oggetti d’arte sacra appartenenti al Tesoro del Duomo. Argenti, paramenti sacri, croci, calici, reliquari, sculture in legno, sono alcuni dei numerosi oggetti custoditi nel Museo. Tra questi si segnalano: una mitria del XIII secolo che presenta un ricco ricamo in oro e argento con pietre preziose e perline; un paliotto in argento del XVIII secolo costituito da pannelli che rappresentano la Flagellazione e Crocifissione di Sant’Andrea; un collare del Toson D’Oro (massima onorificenza cattolica) con al centro un grande rubino; una portantina del XVIII secolo in legno scolpito e dorato, con pannelli in lacca nera; reperti lapidei di antichi sarcofagi di età imperiale
83. Con queste immagini che fanno brillare gli occhi finisce la nostra visita ad Amalfi e le sue immense bellezze ma abbiamo ancora da visitare gli Arsenali , le fabbriche di carta e altro ancora. Per ora può essere sufficiente. Tina e Antonio [email_address]