2. Fu eretta nel XIV secolo, in una zona paludosa (al punto che fu chiamata
in un primo momento chiesa dell'Ascensione in plaga neapolitana), sotto il
regno di Roberto d'Angiò e fu affidata all'ordine dei Celestini. Una lapide
ne ricorda il fondatore Niccolò di Alife Nonostante le indulgenze concesse
dai papi Clemente VI prima e Urbano VI poi, la chiesa andò in rovina e
l'annesso convento fu abbandonato progressivamente dai monaci, fin
quando, nel 1622, ne fu iniziato il rifacimento ad opera di un ex voto
perpetuato da un nobile del tempo, con la definitiva risistemazione di
Cosimo Fanzago nel 1645 .Via Piscicelli, già tracciata nel sec. XVI, sale
alla piazza dell'Ascensione a Chiaia dove si trova l’omonima chiesa.
Fondata in zona nel sec. XIV, venne demolita nel 1699. L'attuale altro non
è che l'immensa cappella gentilizia del conte di Mola, Michele Vaaz, che
abitava nel palazzo limitrofo. Costruita a partire dal 1626, su disegno di
Cosimo Fanzago, prese poi lo stesso titolo di Ascensione a Chiaia. La
chiesa presenta una facciata a tre arcate, per un interno a pianta centrale
a croce greca con decorazioni marmoree policrome ed un'abside, di forma
rettangolare, sovrastata da una cupola . Tra le opere in essa conservate
vanno menzionate le tele di Luca Giordano Sant'Anna e la Vergine e la
tela di Alfonso di Spinga San Giuseppe e Angeli . Di interesse è pure la
pala d'altare di Luca Giordano che rappresenta La perdita del trono
celeste di Lucifero e la sua cacciata dal Paradiso per opera di San
Michele.In sacrestia sono esposte quattro tele di inizio Settecento,
eseguite dal napoletano Giovan Battista Lama e raffiguranti le Storie di
San Pietro Celestino.Sul lato sinistro della chiesa vi è l'antico convento
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43. Un’ultima occhiata alla cupola e proseguiamo nel nostro tragitto tra le
meraviglie di Napoli
antonio.florino@gmail.com